Morto per dose letale, pusher a processo

Un 23enne tunisino avrebbe ceduto cocaina tagliata male a un lughese poi decedeuto. La difesa: l’ha venduta a un altro

Morto per dose letale, pusher a processo

Morto per dose letale, pusher a processo

Avrebbe dovuto iniziate ieri mattina – ma è stato rinviato a luglio per problemi buracratici – il processo a carico di un 23enne tunisino accusato di spaccio ma, soprattutto, di avere ceduto una dose di cocaina a un lughese, poi risultata fatale. L’uomo, difeso dall’avvocato Nicola Casadio, è accusato di avere venduto a più persone dosi di cocaina e hashish, fatti collocati nell’agosto 2021. Proprio alla vigilia di Ferragosto il 23enne avrebbe ceduto una dose di cocaina, lo stesso giorno l’assuntore era morto per insufficienza cardio respiratoria acuta, conseguente a intossicazione da stupefacenti. Probabilmente si trattò di una partita tagliata male, che aveva determinato il collasso. Le indagini del commissariato di Lugo hanno consentito di identificare il 23enne nel soggetto che avrebbe ceduto la dose letale in quanto, attraverso l’analisi delle celle telefoniche, il tunisino sarebbe stato l’ultimo ad avere avuto un contatto con la vittima e quel giorno viene collocato in un luogo compatibile con l’abitazione della vittima. Per questo ora deve rispondere di morte come conseguenza di altro reato, cioè lo spaccio. A indirizzare le indagini sarebbero state anche le confidenze degli assuntori, tutti componenti di un giro si droga molto vasto a Lugo e che gli investigatori tenevano d’occhio da tempo. All’imputato, che ha precedenti, vengono contestate alcune cessioni di cocaina, sempre nel 2021, a dosi di 0,5 grammi per volta per 40-50 euro, oppure hashish per 10 grammi alla dose (0,5 grammi). Il tutto con cadenze regolari. C’era, infatti, chi la acquistava più volte nel corso della settimana, chi lo faceva con una periodicità più dilatata.

La difesa ha affidato l’incarico di compiere una perizia alla tossicologa Elia Del Borrello, con l’obiettivo di contrastare la consulenza tecnica della Procura Pm, in base alla quale quella dose di cocaina sarebbe stata quella letale. Inoltre, tenterà di dimostrare che non il suo cliente, ma altri pusher erano venuti a contatto quel giorno con la vittima e quindi avrebbero potuto cedere loro l’ultima dose. Sempre la difesa ha chiesto, come elementi di prova, di sentire in aula tra i testimoni operatori del Sert di Lugo. L’imputato, peraltro, non ha precedenti per spaccio ma per furto.

Con lui è coimputato anche un 41enne marocchino, difeso dall’avvocato Domenico Serafino, ma solo con l’accusa di spaccio. Questo, infatti, avrebbe rifornito i tossicodipendenti dello stesso giro, ma le analisi delle celle telefoniche quel giorno – 14 agosto 2021 – lo collocherebbero fuori da Lugo e lontano dalla casa della vittima.