"Non piove da quattro mesi: costretti a irrigare anche il grano"

La preoccupazione degli agricoltori: "Una cosa mai successa prima. Farlo comporta costi elevati, ma nessuno vuole rischiare di perdere la produzione. La terra non assorbe nemmeno i concimi"

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Qualcuno già lo sta facendo, altri ci stanno pensando. Quest’anno gli agricoltori stanno irrigando anche il grano ed è una cosa inedita: un segno della gravità della siccità. "Mai fatto e mai visto fare prima d’ora – dice Giancarlo Bubani, la cui azienda agricola si estende tra San Pietro in Trento, Coccolia e Barisano –, ma quest’anno ho già notato diversi rotoloni per l’irrigazione nei campi di grano della zona. Nella nostra azienda dovremmo iniziare anche noi a farlo alla fine della prossima settimana". Del resto Bubani ha già dovuto rivedere i suoi piani relativi alle colture a causa della siccità: "Vista la preoccupazione, che ormai non è più solo un timore ma una paura reale, la settimana scorsa abbiamo deciso di non piantare mais, al suo posto faremo del girasole. I motivi di questa scelta sono due: il primo è che le falde acquifere sono a livelli bassissimi, il secondo è il costo dei concimi, delle materie prime, dell’energia e del gasolio. Cerchiamo di coltivare ciò che comporta meno costi e meno acqua".

Sono diversi gli aspetti critici legati alla mancanza di pioggia: la necessità di irrigare con i relativi costi, la difficoltà di effettuare le semine primaverili su terreni aridi, il rischio che anche il concime non venga assorbito se non diluito con l’acqua. Achille Savini, che come Bubani oltre che agricoltore è anche consigliere di Confagricoltura Ravenna sezione cerealicola, ha i propri terreni a Filetto: "Finora ci hanno difeso le temperature basse invernali, che hanno ridotto l’evapotraspirazione di acqua dal terreno – dice –, ma ora che parte la fase della levata del frumento, quella in cui deve svilupparsi, serve un terreno ben dotato di nutrienti e d’acqua. Eppure nemmeno il concime viene assorbito: per far assorbire alle piante i concimi chimici granulari che mettiamo in superficie serve acqua che li faccia sciogliere. Se non dovesse piovere a breve, le colture non ne trarranno beneficio". A breve inoltre inizierà la semina di girasole, mais e soia: "E li semineremo in una situazione già abbastanza critica – prosegue Savini –. Il rischio è che le piantine non nascano in maniera uniforme. L’unico modo per sopperire sarà l’irrigazione, che però ha dei costi importanti, sempre che l’acqua ci sia".

I prossimi mesi saranno quelli più critici anche per il grano: "Se continua così qualcuno irrigherà anche quello, cosa mai successa – aggiunge Savini –. E a quel punto il problema diventerà chi può farlo: chi ha le attrezzature e gli impianti disponibili. Si tratterà di fare un rapporto tra costi e benefici. Sempre parlando di costi, i fertilizzanti hanno triplicato i prezzi e dare acqua alle piante costa".

A differenza dei tanti agricoltori che prelevano acqua dal Cer, Denis Raccagni la prende dal Ronco: "Per ora c’è e molti hanno già iniziato a irrigare diverse colture tra cui il grano: quest’anno, con i prezzi che si prospetta che avrà, tanti non vogliono correre il rischio di perdere la produzione. Non era mai successo che non piovesse praticamente per quattro mesi".

Sara Servadei