REDAZIONE RAVENNA

Piscina, la polemica non si placa: "È pubblica, il Comune doveva evitare il monopolio di fatto"

Nuovo attacco del coordinamento delle associazioni: "Mai coinvolti nella gestione, che amarezza"

Nuovo attacco del coordinamento delle associazioni: "Mai coinvolti nella gestione, che amarezza"

Nuovo attacco del coordinamento delle associazioni: "Mai coinvolti nella gestione, che amarezza"

Le parole dell’assessore allo Sport, Giacomo Costantini, sulla piscina comunale e sul comunicato del Coordinamento delle società del nuoto ravennate, hanno suscitato una nuova risposta dello stesso Coordinamento, argomentata nel dettaglio ma anche particolarmente dura. Ricordando il primo comunicato, il gruppo delle società natatorie ravennati, spiegano: "Evidenziamo come si tratta di una questione seria che interessa società sportive, atleti, famiglie, collaboratori e tutta la collettività del territorio: nei fatti una buona parte dei nuotatori e nuotatrici ravennati non potrà utilizzare la piscina comunale sicuramente per almeno due anni, non potendo escludere tempistiche maggiori. L’impegno ultracinquantennale di società sportive ed enti di promozione verrà cancellato per fare posto al monopolio di Coopernuoto di Reggio Emilia".

L’assessore ha affermato he il project è un’opportunità senza oneri per il Comune di Ravenna e su questo punto le società si trovano in disaccordo: "Se sarà un’opportunità, lo si vedrà nel tempo. Certamente sarà un’opportunità per la Coopernuoto di Reggio Emilia. Sembra poi poco comprensibile sostenere che non ci sarebbero oneri economici pubblici. Ci risulta che il Comune debba pagare circa 700.000 euro all’anno per 25 anni. Inoltre saranno impegnati i circa 7.000.000 di euro del Pnnr, ugualmente fondi pubblici. Basta fare la somma per rendersi conto che l’esborso pubblico è decisamente rilevante. Restano inoltre in aggiunta al gestore tutti gli incassi degli ingressi, degli abbonamenti, della pubblicità e delle attività commerciali per svariate centinaia di migliaia di euro all’anno". Secondo le società ravennati che sfruttano la piscina comunale, si tratta di una piscina pubblica e non privata, per cui l’amministrazione comunale avrebbe dovuto prevedere regole e cautele chiare per evitare un monopolio di fatto di un unico soggetto nella gestione e nelle attività, al gestore dovrebbe essere vietato dal bando di svolgere le attività per evitare il regime di monopolio, tanto più se esterno al territorio come Coopernuoto di Reggio Emilia e con esclusione delle società sportive territoriali". Va tuttavia ricordato che i nuovi bandi prevedono l’assegnazione a soggetti che svolgano attività non a semplici gestori senza impegno diretto, quindi sarebbe stato semplice assecondare questo pensiero delle società ravennati. Comunque l’amarezza del gruppo di club ravennati è papabile: "Dopo avere fornito un fattivo contributo sulla definizione dello stesso progetto e del rispetto delle normative tecniche, ci vediamo esclusi da tutto a favore di una società di Reggio Emilia. Oltre al danno, la beffa: con amarezza dobbiamo constatare che, nei fatti, non ci è mai stato concretamente proposto un coinvolgimento effettivo nella gestione della piscina, nonostante le società sportive ravennati in passato lo avessero fatto sotto la direzione dello stesso Comune". Infine un chiaro augurio, a conclusione del corposo intervento del Coordinamento delle società del nuoto ravennate: "Ci auguriamo che possa trovarsi rapidamente una soluzione perché l’unico nostro intento è mantenere la presenza del nuoto ravennate".

Ugo Bentivogli