Omicidio-suicidio di Savio, all’origine l’angoscia di una malattia

Marco Rossi ha sparato alla compagna e al cane, poi si è ucciso

Foto Corelli

Foto Corelli

Savio (Ravenna), 12 maggio 2015 - Ha ucciso per troppo amore. E si è ucciso per la paura di non farcela a vincere la battaglia con la malattia che lo affliggeva. E gli antidepressivi che ultimamente assumeva, per quanto non potenti, potrebbero avere accentuato il suo stato di malessere. Che però non aveva mai esternato. Sette colpi esplosi con il revolver che deteneva regolarmente, in ragione di un vecchio impiego come guardia giurata a Cervia: uno per la compagna dalla quale si sentiva inseparabile, colpita alla nuca probabilmente ancora nel sonno. Cinque per Sky, il loro cagnolino nero, per la coppia una sorta di figlio. Terrorizzata dalla situazione, forse la bestiola ha tentato di scappare, ma alla fine è stata centrata al collo. L’ultimo proiettile, Marco Rossi, 57 anni, nativo di Perugia, lo ha tenuto per sé. I corpi senza vita dell’omicida suicida e di Paola Fabbri, 56 anni, la donna alla quale si sentiva legato da un profondo legame affettivo, sono stati trovati in camera da letto, ancora in pigiama. Erano i parrucchieri di Savio di Cervia, lavoravano e vivevano assieme da una ventina d’anni. Non avevano figli e sono descritti dai vicini come una coppia solare e senza problemi e litigi evidenti.

La loro casa dista poche decine di metri dal negozio, ieri con la serranda abbassata in quanto lunedì è giorno di chiusura. È stata la madre di lei, Rosina Prati, 82enne, a scoprire l’orrore poco dopo mezzogiorno. L’anziana vive nell’appartamento a fianco, in via Romea 254 a Savio di Cervia, ma non ha sentito i colpi. Così come nessuno ha avvertito nulla dalle case vicine e dalla statale, strada trafficata e rumorosa. Dato che preparava il pranzo per entrambi, non vedendoli arrivare è stata la stessa suocera ad andare a controllare. Le sue grida hanno richiamato il vicinato e gli altri parenti che abitano lì attorno. Poi ha chiamato al telefono l’altra figlia, Annarita, che vive nella frazione attigua di Savio di Ravenna ed è subito accorsa. L’orario della morte, in base ai primi accertamenti medico legale, sarebbe successivo alle nove del mattino. I carabinieri stanno vagliando un possibile movente che abbia spinto l’uomo a fare fuoco.

Non sono stati ritrovati biglietti, ma potrebbe essere rilevante il fatto che Marco Rossi soffrisse di una grave malattia gastrointestinale, in ragione della quale assumeva farmaci antidepressivi e seguiva una terapia. Quindici giorni prima aveva saputo di un aggravamento e a breve si sarebbe dovuto sottoporre a un intervento. Ma prima lui e Paola sarebbero dovuti partire per una crociera. Forse ha ucciso per troppo amore, Marco, tanto era forte il sentimento verso la compagna ma anche per l’inseparabile meticcio nero, trovato agonizzante nella cuccia, intubato nello studio veterinario al quale è stato affidato e fino a ieri sera sul filo tra la vita e la morte, un proiettile gli ha bucato le vie respiratorie. Deciso a portare con sé anche gli affetti più cari, Marco, ha attuato il suo piano in una sorta di ultimo, soffocante, abbraccio mortale.