ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Scritte in centro contro la Meloni: indagati due giovani ravennati

Fanno parte di un gruppetto di cinque ragazzi, alcuni legati ai centri sociali. Frase anche contro le banche

Scritte in centro contro la Meloni: indagati due giovani ravennati

Scritte in centro contro la Meloni: indagati due giovani ravennati

Ravenna, 9 luglio 2023 – Camicia verde con le maniche rimboccate, pantaloni blu e stivaloni in plastica nera tirati fino ai polpacci: la premier Giorgia Meloni si era affacciata sul desolante panorama alluvionale ravennate il 21 maggio scorso, una domenica. Una visita simbolica la sua che si era concentrata nel forese, al confine con Forlì, su alcune strade allagate. E che non aveva alimentato nemmeno troppe polemiche politiche (del resto la concentrazione di tutti era su altro in quel momento).

Qualche settimana dopo però su via Diaz era comparsa una scritta non esattamente tenera con la sortita alluvionale della premier: "Meloni sei il fango noi siamo il badile", recitava la frase vergata con vernice rossa su un pannello di legno apposto su un cantiere. Un’opera non esattamente indispensabile e di contenuto certamente ben più virulento rispetto altre scritte in tema alluvione fiorite sui muri o sui pannelli del centro (tipo: "le case dei ricchi non si allagano mai", via Ponte Marino). Le indagini della polizia - la cui informativa nei giorni scorsi è stata depositata in procura -, hanno ora inquadrato un gruppetto di cinque giovani ravennati, tutti poco più che ventenni e in alcuni casi avventori del centro sociale Spartaco di via Chiavica Romea.

In particolare i due di loro - un ragazzo e una ragazza - accusati di essere gli autori materiali del blitz, dovranno rispondere di tre reati: gli imbrattamenti, l’oltraggio a un corpo politico e la minaccia. Oltre alla scritta sulla Meloni - per ora attribuita al ragazzo - c’è una seconda scritta finita al vaglio degli inquirenti. Anche in questo caso di colore rosso e vergata a poca distanza da quella sulla premier: "Senza rdc vi veniamo a scassinare". Rdc è una sigla che presumibilmente sta per ’reddito di cittadinanza’. E il luogo sul quale è stata fissata la minaccia, lascia pochi dubbi sul soggetto inquadrato: lo sportello bancomat della filiale Bnl.

Era presente anche una sorta di rivendicazione: la saetta che rompe il cerchio, simbolo legato al mondo dell’antagonismo della sinistra anarchica. Di fatto, come accaduto per casi analoghi verificatisi anche nel recente passato, gli investigatori della Digos sono partiti dall’esame delle immagini della videosorveglianza comunale per provare a dare un nome ai sospettati. L’analisi dei social e le conoscenze del territorio (e di chi lo frequenta), devono avere fatto il resto. Ultimo passo, quello compiuto dalla procura con l’apertura del fascicolo e l’eventuale delega per la ricerca di elementi utili a chiudere il cerchio, con o senza saetta dentro.