Luca Suprani
Cronaca

L'artigiano del volley

Ravenna, 16 settembre 2015 - In occasione della festa per il 70° compleanno, Sandro Filippini giornalista della ‘Gazzetta dello sport’, lo aveva definito l’ultimo ‘artigiano’ della pallavolo italiana. Una definizione che calzava a pennello per Sergio Guerra, il ‘mitico’ allenatore della ‘mitica’ Olimpia Teodora, la squadra capace di vincere ben 11 scudetti consecutivi nel volley femminile a partire dal 1981.

Guerra è stato veramente un innovatore nel panorama europeo, se non mondiale, del ‘volley rosa’, perchè dimostrò che la superiorità fisica delle giocatrici russe, bulgare e tedesche dell’Est poteva essere bilanciata, se non superata, dal gioco veloce, dalla tattica e dal ‘cuore’ delle giocatrici ravennati. Sottoposte ad allenamenti di una grandissima intensità. Atlete che, in confronto in particolare alle russe, erano delle ‘bassotte’, ma era difficile avere ragione del gioco imprevedibile della Teodora.

Tutto merito di quel tecnico, Sergio Guerra, che le aveva plasmate partendo dal fatto che quella squadra era una grande famiglia, composta (almeno inizialmente) da giocatrici ravennati o, al massimo romagnole. Poi arrivarono le prime straniere che, però, divennero ravennati ad honorem, come per esempio Brigitte Lesage. Ma Guerra non era solo un grande allenatore, era anche psicologo, autista, e via dicendo. perché allora un buon tecnico era capace di fare tutto. E di farlo bene. Anche di regalare sorrisi giocando a carte e di non sottrarsi se c’era da fare qualche scherzo per allentare la tensione in una squadra capace di vincere tutto in Italia e in Europa. Ci mancherà sicuramente, anche perché ha portato in alto il nome della nostra città, che grazie a quella Teodora, era conosciuta in tutto il continente.