"Spazi rigenerati e l’arrivo dell’università". Tondo gremito per il saluto di Ranalli

Il sindaco uscente di Lugo ieri pomeriggio ha incontrato tanti cittadini parlando dei dieci anni di mandato "Le emozioni più forti sono arrivate, prima con il Covid, poi con l’alluvione".

"Spazi rigenerati e l’arrivo dell’università". Tondo gremito per il saluto di Ranalli

"Spazi rigenerati e l’arrivo dell’università". Tondo gremito per il saluto di Ranalli

Un viaggio attraverso i tanti aspetti che negli ultimi dieci anni hanno accompagnato il doppio mandato del sindaco Davide Ranalli. L’evento dal titolo ‘10 anni con te, Lugo più forte di prima’, organizzato ieri alla sala polivalente del Tondo, ha illustrato ai cittadini quello che il sindaco uscente ha definito "una dichiarazione d’amore" per la città che dall’8-9 giugno prossimi smetterà di amministrare. Le immagini fatte scorrere nel maxi schermo a inizio evento, hanno mostrato le scelte compiute, i tanti progetti che hanno caratterizzato il primo e il secondo mandato e i tanti cantieri, gli ultimi dei quali targati Pnrr, conclusi e in corso. Una visione della città guidata dal tema della rigenerazione urbana e dalla voglia di restituire spazi pubblici a uso collettivo soprattutto dopo il periodo del Covid. A raccordare i due capitoli, divisi per mandato, è il post alluvione, filo conduttore delle azioni inserite nella ‘Lugo più forte di prima’. Ad affiancare Ranalli che si è rivolto alla platea riunitasi nella sala polivalente, le colleghe, coetanee e alle prese con un percorso simile al suo, Isabella Conti, sindaca di San Lazzaro di Savena e Alice Parma, prima cittadina di Santarcangelo di Romagna. "Vi ho chiesto di essere qui per dirvi quali sono state le emozioni vissute in questi dieci anni e per dirvi quanto, questo percorso, sia stato difficile e complicato ma anche quanto sia stato bello vivere questi momenti. Fare il nostro mestiere – ha sottolineato Ranalli – è unico. Ma l’ unicità non è esclusività e porta con se delle responsabilità importanti".

Ranalli ha ricordato quando gli venne chiesto di candidarsi. "Una sfida troppo grande a neanche 28 anni, qualcosa che – ha continuato – faceva tremare le vene ai polsi". Una sensazione sulla quale ha prevalso la ricerca "delle ragioni che hanno portato a quella richiesta e la fiducia sia verso chi l’aveva fatta sia verso chi mi diceva di essere prudente. Più andavo avanti più mi rendevo conto che quella corsa non era solitaria ma collettiva. Non era soltanto per creare cambiamento e discontinuità – ha spiegato –. Per me provare a diventare sindaco era mettere al centro i valori che da sempre avevo e che mi hanno avvicinato alla vita politica". Due le direttrici seguite all’indomani della prima elezione del 2014: la trasformazione urbana e la rinascita della città attraverso la valorizzazione del suo dinamismo esteso alle frazioni. Le emozioni più forti però sono arrivate nel secondo mandato, prima con il Covid e la necessità di riscoprire spazi collettivi come piazza Savonarola, il campo di Madonna delle Stuoie e l’arrivo dell’Università, poi con l’alluvione identificata con la frase pronunciata di fronte a una piazza Baracca aggredita dall’acqua: "S’lè not us farà dè" (Se è notte, arriverà il giorno). E dal momento che "amministrare non significa solo emozioni ma richiede anche di saper far di conto", l’ultimo accenno del sindaco uscente è stato all’indebitamento pro-capite transitato dal milione e 354.000 euro del 2014 ai 556.000 euro del 2024. "Non si tratta né di un lascito né di una eredità – ha commentato in conclusione –. È raccontare una storia che dice di me e di noi. Conto di continuare a dare una mano a chi ci sarà. Fino ad ora l’ho fatto troppo poco ma ora lo farò di più. Spero di avere accanto tanti di voi che sono qui a dirci una parola semplice che è grazie e un’altra altrettanto bella che è arrivederci".

Monia Savioli