Test della patente col trucco. Blitz della Polizia stradale all’esame in Motorizzazione

Ieri mattina la prova è stata temporaneamente sospesa dopo che un candidato, straniero, è stato sorpreso in possesso di un dispositivo attraverso cui gli suggerivano le risposte da remoto.

Test della patente col trucco. Blitz della Polizia stradale all’esame in Motorizzazione

Test della patente col trucco. Blitz della Polizia stradale all’esame in Motorizzazione

Stava tentando di superare l’esame teorico della patente di guida con “l’aiuto da casa“. Vale a dire auricolare all’orecchio e microcamera puntata sui quiz, altrimenti ai suoi occhi incomprensibili. Ma il suo atteggiamento e la circospezione con cui stava sostenendo la prova hanno insospettito gli esaminatori della Motorizzazione civile, che hanno subito fermato la prova e chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Così, ieri mattina, davanti alla sede della Motorizzazione stessa sono intervenute le pattuglie della Polizia stradale di Ravenna, competente per l’accertamento e la contestazione di questo tipo di reati. All’uomo, cittadino straniero, messo alle strette, non è rimasto altro che consegnare il dispositivo. E ora è indagato con l’accusa di "falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche", un reato espressamente previsto da una legge del 1925. A tutti gli effetti, una truffa, fenomeno contro il quale da tempo la Polizia stradale è impegnata. Quasi sempre riguarda cittadini stranieri, che talvolta neppure parlano o sanno leggere l’italiano.

Sono diversi i procedimenti aperti e i processi in corso in tribunale sugli esami truccati, e quando le persone coinvolte sono numerose si è arrivati a contestare anche l’associazione a delinquere. Alcuni l’hanno fatta franca, approfittando della prescrizione dei termini quando il processo è andato avanti per le lunghe. Uno di questi, con le indagini avviate nel 2012, si è concluso solo due anni fa, con condanne ma anche assoluzioni. Per procurarsi apparecchi del tipo di quelli sequestrati ieri mattina i candidati intenzionati a barare arrivano a pagare cifre tra i 1800 e i 2500 euro. Spesso vi sono loro connazionali al vertice dell’organizzazione, i quali arruolano suggeritori e dispensano consigli tecnici sull’uso delle cuffiette.

l. p.