L’inchiesta era scattata nel novembre 2019 quando davanti ai carabinieri, si erano presentati uno straniero con la nipote per fare querela: i due ritenevano di essere stati truffati dall’agenzia a cui si erano rivolti per fare giungere dal Marocco alcuni parenti. Ieri al termine della sua requisitoria, il pm Raffaele Belvederi ha chiesto tre assoluzioni e due condanne per i cinque imputati a vario titolo di truffa in concorso e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tre di questi a suo tempo erano finiti ai domiciliari: oggi sono liberi. Tra questi, figurano anche le due imputate per le quali è stata chiesta condanna: la 64enne Lia Apostoli Monti (7 anni e 2 mesi) e la figlia 32enne Maria Antonietta Apostoli Monti (5 anni e 2). Il pm ha chiesto anche multe per varie centinaia di migliaia di euro (il totale è stato calcolato tenendo conto dei 23 extracomunitari coinvolti). Per il 76enne Marcello Frassineti, all’epoca finito ai domiciliari e, come le due donne, difeso dall’avvocato Massimiliano Baietta, è stata chiesta assoluzione. Gli altri due per i quali è stata chiesta assoluzione, sono un 35enne di origine catanese e un 30enne di origine somala: per loro, l’avvocato Martin Benini ha sostenuto che non avevano percepito alcun ingiusto profitto. Un sesto imputato (un 37enne pachistano difeso dall’avvocato Federica Montanari) aveva celto un rito alterativo. Un cittadino di origine algerina a suo tempo si è costituito parte civile con l’avvocato Andrea Maestri secondo la cui arringa, "decine di persone bisognose di assistenza e competenza" erano state "intrappolate in una rete truffaldina". Il suo cliente era giunto a indebitarsi chiedendo soldi dalla Francia: uguale a richiesta provvisionale da 10 mila euro. Il legale ha paventato pure una circonvenzione ai danni di uno dei tre verso i quali è stata chiesta assoluzione.
Duro anche il pm: "Ripugna il fatto che le vittime non fossero benestanti, che abbiano racimolato tutto facendosi persino spedire soldi da Stati disastrati: reato odioso". Per la difesa le Monti a volte avevano delegato le attività e altre volte in effetti per la loro ditta avevano avuto bisogno di traduttori e di badanti avendo le carte in regola per inoltre domande in tal senso. Come dire che la loro attività era del tutto legittima senza alcun intento fraudolento.