Cervia, "Lussuose ville occupate a scrocco". Padre e figlio nei guai per truffa

Nel mirino tre case di pregio: l’ultima è stata sequestrata

Si fingevano facoltosi commercanti d'arte e occupavano le residenze a oltranza

Si fingevano facoltosi commercanti d'arte e occupavano le residenze a oltranza

Cervia, 8 giugno 2018 - Si fingevano facoltosi commerciati d’arte di origine bolognese arrivati in riviera apposta per trascorrere un breve periodo di vacanza. Quindi pagavano il periodo pattuito; ma alla fine, grazie a vari stratagemmi, riuscivano a rimanere ad oltranza nelle abitazioni scelte, tutte case di pregio di Milano Marittima.

È quanto contestato a vario titolo a padre e figlio, in effetti di origine bolognese ma residenti da tempo alle porte di Ravenna. I due, sulla base delle indagini dei carabinieri della locale Compagnia, devono ora rispondere di truffa in concorso. L’ultima casa occupata, è stata sequestrata in via preventiva dai militari e affidata in custodia giudiziale al legittimo proprietario, un 66enne cervese.

In totale – prosegue l’accusa – dal marzo 2013, senza interruzione, sono tre le case di rango occupate nella località rivierasca. Più di cinque anni di soggiorno – sostengono gli inquirenti – a fronte del pagamento di appena quattro mensilità. Una situazione resa possibile secondo l’Arma da alcuni specifici stratagemmi: ovvero intestare abusivamente le utenze a loro stessi oppure a parenti già defunti.

Tra i casi contemplati dai carabinieri, figurano anche denunce per aggressioni o molestie, ritenute fittizie, a carico di vicini o proprietari delle abitazioni.

Il caso per la prima volta era stato segnalato alle cronache pochi mesi fa dall’avvocato Franco Randi il quale aveva lamentato una situazione di clamoroso scrocco su due ville. Una in passato era addirittura stata la residenza estiva di Alberto Tomba: in quella – aveva spiegato il legale – l’occupazione era andata avanti per oltre un anno a fronte di un solo un mese d’affitto.

La vicenda si era conclusa con l’abbandono della famiglia occupante che se ne era andata in seguito a specifica sentenza del febbraio scorso dopo avere preso in affitto la casa per il mese di dicembre 2016. Avevano pagato i 1.400 euro relativi alla mensilità più la cauzione. Ma poi erano rimasti dentro. L’avvocato aveva inoltre fatto presente che in passato, dopo avere trascorso diversi mesi in un’altra villa rivierasca, per farli andare via era stato necessario uno sfratto. «Si presentano in agenzia con una bella macchina e pagano sull’unghia le prime mensilità – aveva spiegato Randi –, poi alla scadenza del contratto si fanno di nebbia, anzi minacciano chi si presenta a chiedere ragione dell’occupazione. Purtroppo le normative degli sfratti e le occupazioni abusive spesso favoriscono chi si comporta da furbo: qui parliamo di persone esperte di contratti e che non hanno nulla di intestato su cui potersi rivalere».

In questo caso però la situazione ha visto l’ingresso in campo dei carabinieri, trasformandosi così da questione puramente civilistica a procedimento penale.