Violenza sessuale sulla novantenne a Ravenna, sotto accusa il vicino ventenne

Sentita in incidente probatorio la vittima di una presunta aggressione sessuale in ascensore dal giovane. La Procura deciderà se andare avanti

L'anziana ha accusato il giovane vicino di casa della tentata violenza

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Ravenna, 22 marzo 2023 – Quel giovane poco più che 20enne suo vicino di casa, approfittando del fatto che si trovassero entrambi in ascensore, l’aveva palpeggiata e aveva tentato di spogliarla per infine toccarsi. Un’accusa che la diretta interessata – una 90enne tutelata dall’avvocato Cristina Magnani – ha ripetuto ieri mattina nell’incidente probatorio che si è tenuto in un contesto protetto davanti al gip Janos Barlotti. Era presente anche il ragazzo, un operaio formalmente incensurato (ha solo precedenti di polizia) e difeso dall’avvocato Nicola Laghi.

Al termine dell’audizione, durata circa un’ora, il giudice ha restituito gli atti al pm Antonio Vincenzo Bartolozzi il quale dovrà ora decidere se continuare con l’azione penale oppure se chiedere l’archiviazione del caso. Due sono i reati fin qui contestati al giovane: la tentata violenza privata e la violenza sessuale.

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La vicenda risale a metà agosto scorso (la signora non ricordava la giornata esatta). Del resto la denuncia ai carabinieri, era stata fatta in seguito a un primo accesso in caserma nel quale la 90enne era partita dallo smarrimento del suo bancomat aggiungendo però alcuni particolari relativi alla lamentata aggressione sessuale. Quindi, anche grazie a una consulenza di Linea Rosa, aveva formalizzato tutto. Secondo il suo racconto, i fatti si era svolti attorno alle 15-15.30 all’interno dell’ascensore condominiale. Perché è lì dentro che quel ragazzo – come da lei ribadito ieri – l’avrebbe spinta per poi costringerla a subire atti sessuali per l’intero tragitto, dal piano terra fino al terzo piano, arrivando pure a bloccare l’ascensore.

Una relazione dell’Arma ha restituito 36 secondi totali anche se in quell’ascensore non sarebbe possibile l’opzione di blocco. In ogni caso, secondo la 90enne, una volta dentro, lui avrebbe cercato di spogliarla al contempo palpeggiandola e toccandosi.

“Stai zitta, non urlare e non ti muovere”, le minacce pronunciate. Alla riapertura delle porte, la prima cosa che lei aveva fatto – ha proseguito la 90enne davanti al gip – era stata quella di ripulire l’ascensore e di scendere in fretta per le scale. Nel tragitto, si era imbattuta in una vicina la quale, vedendola sconvolta e in lacrime, avrebbe cercato di consolarla.

A lei tuttavia non aveva detto molto dell’accaduto, mentre si era confidata con altri vicini. La signora ha quindi aggiunto che a suo avviso la famiglia del 20enne l’aveva presa di mira: e se anche non li aveva visti con i suoi occhi, sospettava ci fossero loro dietro taluni lanci di uova e di pomodori oltre a diversi danni alle sue piante.