Ravenna, Imu: vengono a mancare 40 milioni

Nella manovrina il Governo esenta dalla tassa le piattaforme. Il sindaco: «Incostituzionale»

Una piattaforma (Corelli)

Una piattaforma (Corelli)

Ravenna, 20 aprile 2017 - Le piattaforme offshore installate nelle acque territoriali italiane non sono soggette ad imposizione Ici, Imu e Tasi. E’ una delle novità inserite dal Governo Gentiloni nella manovra aggiuntiva con l’obiettivo «di dare una corretta intepretazione alla fiscalità degli impianti petroliferi in mare».

«In verità – commenta il sindaco Michele De Pascale – questa norma rischia di aprire un fronte di contenziosi, soprattutto per quanto riguarda la retroattività». Ieri mattina De Pascale ha scritto al presidente del Consiglio, Gentiloni, rilevando come l’articolo 32 della cosiddetta ‘manovrina’ «sia palesemente incostituzionale. Ci sono ben tre sentenze della Cassazione che danno ragione ai Comuni che chiedono il pagamento di Ici-Imu sulle piattaforme»».

In ballo ci sono centinaia di milioni di euro. Solo il Comune di Ravenna vanta una cinquantina di milioni di euro da Eni. Nelle casse comunali sono già entrati 11 milioni di euro che riguardano il periodo di imposta 2010-2011, calcolati dall’ufficio tributi comunale sulla base delle 24 piattaforme di competenza che ricadono sotto il distretto di Marina di Ravenna. «Tra l’altro con Eni c’è sempre stato un dialogo costruttivo – rileva il sindaco – e quindi non vedo il bisogno di appellarsi a una nuova interpretazione di leggi del 1992». Gli uffici comunali stanno analizzando i periodi d’imposta 2012, 2013, 2014 e 2015, quando era già in vigore l’Imu: il calcolo approssimativo indica altri 40 milioni da rivendicare da parte del Comune.

«Il problema è che la norma inserita nella ‘manovrina’ ha un valore anche retroattivo, rischiando di avviare una serie di contenziosi. Come devono comportarsi i Comuni, come il nostro ad esempio, che hanno già ricevuto il pagamento di una prima parte di imposte? Per questo chiediamo che in sede di conversione questa normativa così sgraziata venga cancellata e sosteniamo l’azione dell’Anci che va nella stessa direzione. Il paradosso è che l’Eni stessa, ripeto, non metteva in discussione il fatto di dover pagare le imposte».

Durante la presentazione in consiglio comunale del Documento unico di programmazione 2017-2019 l’assessore competente, Valentina Morigi, sottolineò come ci si fosse mossi da «uno squilibrio di partenza di circa 11 milioni di euro», compensato utilizzando «per la prima volta, come partita straordinaria» i proventi delle piattaforme Eni. La stessa cosa hanno fatto altri Comuni, a partire da Cesenatico.

«E’ assurdo – dichiara l’on. Giovanni Paglia di Sinistra Italiana – che un laboratorio artigiano venga tartassato dall’Imu e una piattaforma petrolifera sia invece completamente esentata, persino in modo retroattivo».