Ravenna, grido d'allarme dei medici di Ginecologia. "De Pascale batta un colpo"

Appello al sindaco dai consiglieri comunali Samantha Tardi di CambieRà e Alberto Ancarani di Forza Italia

Ravenna, grido d'allarme dei medici di Ginecologia. "De Pascale batta un colpo"

Ravenna, grido d'allarme dei medici di Ginecologia. "De Pascale batta un colpo"

Ravenna, 11 luglio 2018 - Un nuovo grido di allarme dei medici ravennati sulle condizioni critiche di lavoro e un appello congiunto al sindaco da parte dei consiglieri comunali Samantha Tardi di CambieRà e Alberto Ancarani di Forza Italia. Questa volta al centro del dibattito c'è la Struttura complessa aziendale di Ostetricia e Ginecologia della provincia di Ravenna.

"Come si evince da una delle due missive, inviate tra gli altri al sindaco De Pascale - scrivono i consiglieri -, il personale medico addetto ai reparti nei due presidi di Lugo e di Faenza scrive chiaramente di non sentirsi sicuro proprio nella delicata fase finale delle gestazioni, a causa della elevata diminuzione dei parti in quei presìdi, mentre il reparto di Ravenna è oberato dal numero dei parti che in numero crescente vi vengono inviati da Faenza e Lugo. La situazione sembra il risultato di inappropriate decisioni di politica sanitaria: si è favorito il lento declino dei punti nascita di Lugo e Faenza volto a far scendere sotto i 500 parti i due nosocomi, al fine di perdere il requisito che la legge prevede affinché un punto nascita possa rimanere aperto. Pertanto è stato scientemente disposto che, sin dalle fasi iniziali delle gestazioni, non soltanto i casi complessi, ma il maggior numero possibile di parti venisse inviato a Ravenna".

Tardi e Ancarani parlano ancora di "duplice risultato negativo: ridurre la 'clinical competence' degli operatori di Lugo e Faenza a un potenzialmente grave livello di insicurezza - ovvero ci si ritrova con un sempre maggior numero di operatori non più abituato a livello pratico ad effettuare “manovre” ed “operazioni” tecniche o chirurgiche sulle pazienti, mettendo a serio rischio loro stessi, ma soprattutto la vita di gestanti e nascituri - e sovraccaricare inopinatamente i ritmi di lavoro dei professionisti di Ravenna, non solo da un punto di vista meramente clinico, ma a causa altresì delle richieste di sostegno formativo nei confronti dei colleghi di Lugo e Faenza, senza tener conto che essi non sono titolati per ottemperare alla formazione professionale altrui, aumentando quindi di non poco il livello di stress fisico e mentale di tutto il comparto medico in questione".

"Continuare con l'attuale organizzazione comporterà uno stato di insicurezza clinica sia per il personale addetto che per le pazienti" scrivono i due consiglieri. "Quello che andrebbe fatto invece, come è intuibile, è rilanciare i reparti avendo ripristinato la guardia pediatrica. Con ciò anche l’ospedale principale, quello di Ravenna, tornerebbe a trattare un numero di pazienti gestibile; nello stesso tempo il personale medico di Lugo e Faenza riacquisterebbe quella “expertise” di cui oggi lamenta il venir meno. Lugo, in particolare, potrebbe anche diventare centro di riferimento della fisiopatologia della riproduzione".