Reggio Emilia, 12 aprile 2019 - "Ho sentito che diceva ‘ho vinto’, ‘ho vinto’". Marlie Teves – una simpatica signora filippina che a San Rigo gestisce il bar Sofia – racconta ancora emozionata, ai microfoni di Teletricolore, la scena cui ha assistito e l’esultanza di una fortunatissima giocatrice: ha scommesso la bella cifra di quindici euro, ma ne ha vinti due milioni e mezzo. Un importo incredibile.
«Adesso potrò comprarmi la casa», ha esultato la giocatrice, dopo il bacione ricevuto dalla Dea bendata. Della fortunella si sa qualcosa: poco più che quarantenne, sposata, una figlia, giocatrice abituale, dalle scommesse robuste .
«Anche in passato – dice la titolare dell’esercizio – ha vinto. Due-tremila euro. Certo che stavolta...». Il gioco è il «Dieci e lotto», che prevede estrazioni ripetute nell’arco della giornata, con responso praticamente istantaneo. La cliente, che ha giocato con la formula del «doppio oro», ha visto i numeri apparire sullo schermo e non è riuscita a contenere la gioia più che mai giustificata.
«Speriamo in un piccolo regalo», sorride scherzosa Marlie. E’ un problema comune a molti vincitori: quando si diffonde la notizia dell’improvvisa ricchezza, scoprono di avere molti amici e parenti.
Appena qualche giorno fa la fortuna aveva fatto tappa a Baiso: un giocatore ha realizzato una vincita di oltre 62.000 euro giocando solo 1,50 euro. Lo scommettitore aveva puntato sulla ruota di Milano, centrando 6 ambi, 4 terni e 1 quaterna col 10, 17, 35 e 80. A Reggio una delle ultime vincite importanti si è registrata nello scorso dicembre nella ricevitoria della tabaccheria Simone di via Gorizia 101.
Nell'estrazione del 22 dicembre dell’iniziativa «Natale 100x100», che assegnava a 100 schedine un premio da centomila euro, un fortunato vincitore ha indovinato la combinazione vincente, giocando una schedina da appena 3 euro.
Va tuttavia ricordato, solo per amor di verità, che dietro questi rarissimi, successi - che fanno rumore e finiscono sul giornale – si nasconde il dramma di tantissime persone che, schiave dell’emozione della giocata, sperperano salari e pensioni nella speranza vana di cambiare vita.