"A Tokyo come nella vita, darò il massimo"

La storia di Ana Maria Vitelaru, ciclista 38 enne che vive a Castelnovo Sotto: "Nessuno ci credeva, per me è un sogno che si realizza"

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di Claudio Lavaggi

Ana Maria Vitelaru, 38enne ciclista paralimpica di origini romene, da tanti anni stabile a Castelnovo Sotto, sta partendo per le olimpiadi di Tokyo.

"Per ora sono ancora in ritiro con la nazionale vicino a L’Aquila, e di qui partiremo il 23 agosto direttamente per il Giappone, la valigia è pronta". Ana ha davvero una storia incredibile: a soli 16 anni esce da casa per andare a lavorare in una sartoria, in Romania. "Lavoravo tutti i giorni, compreso sabato e domenica, uscivo alle 5 di mattina, rientravo alla sera. E per di più pagavano poco e a cottimo. Poi a 17 anni ho perso l’uso di entrambe le gambe in un incidente ferroviario e di lì è partita la mia seconda vita".

Fatta di molte difficoltà?

"Sì, ma anche di tante rivincite. Ero già in Italia e ho iniziato a giocare a basket, vestendo pure la maglia azzurra, ma nel 2013 ho capito che non faceva più per me, non mi divertivo più. Scordati la montagna, mi avevano detto e invece sono andata a fare trekking. Certe cose non le puoi fare, e io ho iniziato a correre con l’handbike".

Il resto è attualità?

"Sì, ma anche sul lavoro mi dicevano che non avrei potuto stare su una macchina. Io invece prima ho studiato di nuovo il lavoro da sarta che facevo da bambina e a fine corso sono stata l’unica assunta da Manifattura di San Maurizio. Lavoro a macchina e manualmente, cappotti e capispalla per tutto il mondo".

Torniamo a Tokyo?

"Sarà durissima, la gara in linea è di 66 chilometri, distanza che in Italia non ho mai percorso. Per di più ci sono lunghe salite e bisogna stare attenti anche alle discese dove si passano i 60 km orari. Anche la cronometro, di 25 chilometri, si annuncia dura, soprattutto a livello di respirazione per l’umidità".

Come fanno gli allenamenti?

"Al lavoro ho preso un’aspettativa non retribuita e diverse volte faccio due allenamenti al giorno. Sono pronta a soffrire, anche se mi hanno detto che arriverò… sui gomiti".

Avversarie?

"Nella mia categoria H5 saremo soltanto in cinque, due italiane, un’olandese, una tedesca e una statunitense. Ci sono stati diversi forfait, ma il livello è altissimo".

Lei ha vinto cinque titoli italiani e soprattutto due argenti e due bronzi mondiali. Possiamo sperare?

"Io darò tutta me stessa e di più, questo è un sogno che si realizza. Il mio motto è osare sempre e… oserò".