Abbandonato dallo Stato "Un fallimento bipartisan sulle politiche migratorie"

L’assessore Marchi: "I minori non accompagnati accolti da noi sono triplicati. Ma il Ministero ci invita a liberare i posti una volta che diventano maggiorenni".

Abbandonato dallo Stato  "Un fallimento bipartisan  sulle politiche migratorie"

Abbandonato dallo Stato "Un fallimento bipartisan sulle politiche migratorie"

di Daniele Petrone

Mohamed era arrivato in Italia nel 2016, sbarcando a Lampedusa dopo una traversata carico di paure, ma anche di sogni che purtroppo si sono infranti a soli 18 anni. È arrivato come minore non accompagnato e per lui è scattata la procedura di legge per collocarlo in comunità. Circa un anno fa era arrivato a Reggio ed era stato preso in carico dai servizi e dai gestori dell’accoglienza. "Ma al raggiungimento della maggiore età il Ministero dice di lasciarli uscire dai progetti salvo sei mesi di proroga o in casi eccezionali fino ai 21 anni, ma ci vuole un decreto del tribunale", sentenzia l’assessore al welfare del Comune di Reggio, Daniele Marchi.

In sostanza bisogna liberare il posto ad altri minori...

"In pratica è così".

Di che numeri parliamo nella nostra città?

"I minori non accompagnati accolti sono aumentati vertiginosamente: 49 nel 2019, 75 nel 2020, 129 nel 2021, 219 nel 2022 e attualmente sono 145".

Per una spesa di...?

"Il costo per noi è quasi quintuplicato. Dai 629mila euro del 2019 si è arrivati a 2,8 milioni di euro nel 2022".

Tutti rimborsati dallo Stato?

"Fino al 2022 veniva rimborsata meno della metà, sui 60 euro al giorno per ciascuno. Dal 1° gennaio scorso vengono ristorati 100 euro a testa. Siamo sull’80% di rimborso dei costi d’accoglienza".

Ma non ci sono abbastanza posti, altrimenti non si chiederebbe ai Comuni di liberare i posti...

"La situazione è drammatica. L’accoglienza va rivista in termini quantitativi e qualitativi".

Dov’è che il sistema non funziona?

"Occorrerebbe gestire i flussi altrimenti i Comuni non ce la fanno. Se ognuno gestisse piccoli numeri, potrebbe aumentare la qualità, riuscendo a seguire meglio le persone e dedicare loro percorsi di reinserimento lavorativo più specifici. Spesso si fa fatica a chiamarlo progetto. Tanti giovani arrivano qui a 16-17 anni, in un anno o due è complesso lavorare con questi ragazzi che si portano dietro traumi inimmaginabili del viaggio-traversata e delle guerre nei loro Paesi. A queste condizioni è già tanto che si riesca a dare loro cibo e un tetto. Siamo privi di strumenti, serve un modello più strutturato e non certo provvedimenti tipo il decreto Cutro...".

Insomma è colpa del Governo.

"Le politiche migratorie degli ultimi 20 anni, bipartisan, sono state fallimentari. Poi c’è chi come il centrosinistra ci ha provato e chi come il centrodestra ha contrastato ideologicamente le Ong, speculando, strumentalizzando e pensando di risolvere tutto con espulsioni e rimpatri. I numeri dicono invece che questo ha portato ad aumentare solo l’illegalità".

C’è un modello che funziona?

"A Reggio, seppur con tutti i limiti del caso, facciamo un’accoglienza diffusa in città, senza ghetti, che funziona. Ci vuole tempo. Ma dobbiamo smetterla di affrontarla come un’emergenza e iniziare a vederla come un’opportunità. Parliamo di persone e la buona integrazione passa solo attraverso le relazioni. Ci vuole tempo, ma sogno che un giorno diventeremo come Boston dove il 70% di studenti americani (dato che negli Usa hanno lo Ius Soli) hanno un background migratorio...".