"Abbiamo tutelato i diritti dei lavoratori dimostrando che alla mafia si può reagire"

La Cgil dell’Emilia-Romagna e le Camere del lavoro di Modena e di Reggio esprimono soddisfazione per la sentenza della Cassazione che – confermando 73 condanne su 87 – ha sostanzialmente confermato l’impianto accusatorio del maxi processo Aemilia contro la ‘ndrangheta. Un procedimento in cui i sindacati si sono costituiti parti civili in tutti i gradi di giudizio perché occorreva, spiegano, "difendere i diritti e soprattutto la libertà di lavoratrici e lavoratori, che nelle aziende a controllo mafioso erano invece sottoposte al giogo della ‘ndrangheta". Era inoltre necessario "attivare quegli anticorpi, fortemente presenti nella società emiliano-romagnola, per mettere in campo iniziative all’altezza della sfida che avevamo di fronte".

Per questo, sottolineano i sindacati, "come Cgil abbiamo partecipato, attraverso i nostri funzionari e i nostri delegati, a tutte le udienze del processo, dimostrando che alla criminalità organizzata e alle mafie è possibile reagire, che è possibile sconfiggerle". E ancora: "Lo abbiamo fatto con Cisl e Uil, le istituzioni locali a partire dalla Regione e Libera".