Accusato di maltrattamenti, assolto

L’uomo, di origine marocchina, aveva il divieto di avvicinamento alla moglie e adesso è tornato a casa

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Lui era finito a processo con l’accusa di aver maltrattato la moglie. Nel dicembre 2020 a casa della famiglia erano accorsi gli agenti della questura, chiamati da uno dei tre figli. La segnalazione era stata trattata in modo urgente, come prevede la norma del codice rosso per le vittime di violenza di genere.

L’uomo, di origine marocchina ma in Italia da una trentina d’anni, dove lavora come elettricista, era finito in carcere e poi ai domiciliari a Bagnolo, per quasi un anno. Infine la misura era stata alleggerita nell’obbligo di firma con divieto di avvicinamento alla donna. Secondo quanto ricostruito, avrebbe preso la moglie a schiaffi e l’avrebbe minacciata con oggetti contundenti. Nel 2018, avrebbe cercato di aggredirla con un coltello, accusandola di aver educato male i figli, con continue discussioni e lanciando oggetti. Doveva rispondere poi di aver imposto le proprie decisioni ai figli, minacciando di ucciderli mentre dormivano e spesso picchiandoli senza motivo.

Accuse che, all’esito del processo di primo grado, sono cadute. Nel dibattimento i familiari hanno ridimensionato l’accaduto. Alcuni testi hanno parlato di un episodio depressivo, scaturito dal fatto che non voleva che i figli più grandi se ne andassero di casa. Lui era già andato all’ospedale a causa di crisi d’ansia. E aveva sostenuto di non ricordarsi di aver cercato di prendere il coltello. L’uomo ha anche seguito un percorso per uomini che maltrattano le donne, dopo il quale non è stato giudicato pericoloso. Due mesi fa è ritornato a casa, insieme alla moglie. Per lui il pm Piera Cristina Giannusa ha chiesto 2 anni. Il giudice Matteo Gambarati lo ha assolto, accogliendo la richiesta dell’avvocato Alessandro Carrara.

Alessandra Codeluppi