Aemilia, esposto al ministero "Inchiesta con lacune gravissime"

Bernini ha presentato un documento-denuncia ieri a Roma al ministero della Giustizia "Emerso il motivo per cui non ci sono state condanne a politici locali". Duro attacco a Mescolini .

Aemilia, esposto al ministero  "Inchiesta con lacune gravissime"

Aemilia, esposto al ministero "Inchiesta con lacune gravissime"

Giovanni Paolo Bernini, esponente di Forza Italia ed ex assessore a Parma, ha presentato ieri un "esposto-denuncia" al ministero della Giustizia su quelle che considera "gravissime lacune investigative" dell’inchiesta di ‘ndrangheta ’Aemilia’. Bernini, che fu imputato in quel processo, poi prosciolto (alcuni reati prescritti), ha scritto un libro dove si dice vittima di "malagiustizia politica" e ha sempre accusato i magistrati, in particolare l’ex pm della Dda ed ex procuratore di Reggio, Marco Mescolini, di non aver indagato anche sul centrosinistra e il Pd.

"Si conclude oggi – dice – un lungo, faticoso, oltre che doloroso percorso di ricerca della verità su una vicenda giudiziaria (inchiesta e maxi processo Aemilia) che fin dal 2019 nel mio libro ‘Storie di ordinaria ingiustizia’ definii non un errore giudiziario, bensì un modo di nascondere lo sporco sotto il tappeto, graziando gli amici del partito politico dal quale poi ottenere le pressioni su Luca Palamara per l’ascesa ai vertici della Procura di Reggio. Città diventata il fulcro degli interessi criminali di una ‘ndrina mafiosa originaria di Cutro".

"L’agire del magistrato (Mescolini, ndr) è già stato condannato, seppur solo con un declassamento disciplinare, da una sentenza plenaria del Csm che lo allontanò sine die dall’intera regione". Mescolini fu trasferito per incompatibilità ambientale. "Ora però grazie a magistrate e magistrati che operarono a Reggio e nella intera regione Emilia-Romagna, eroi dell’antimafia o per lo meno leali servitori dello Stato, la verità è emersa sul perché il maxi processo Aemilia finisce senza alcuna condanna a politici e amministratori locali". Bernini, accusato inizialmente di concorso esterno in associazione mafiosa e poi di voto di scambio politico-mafioso, è stato prosciolto in via definitiva con la dichiarazione di prescrizione del reato di corruzione elettorale ‘semplice’.