Aemilia, Vincenzo Iaquinta contro la Cassazione: "Mio padre condannato senza prove"

Ieri la sentenza che ha reso definitivi i 13 anni di carcere per associazione mafiosa emessi contro il papà dell'ex calcatore

Giuseppe Iaquinta, condannato per associazione mafiosa nel processo Aemilia

Giuseppe Iaquinta, condannato per associazione mafiosa nel processo Aemilia

Reggio Emilia, 8 maggio 2022 - Non ci sta l'ex calciatore Vincenzo Iaquinta che interviene sui social all'indomani della sentenza di Cassazione che mette la parola 'fine' al lungo iter giudiziario del maxi processo Aemilia. In questa sentenza c'è anche la condanna definitiva del padre dello sportivo, Giuseppe Iaquinta, che ha confermato i 13 anni di condanna per associazione mafiosa già emessi in in Appello. Quel giorno, era l’ottobre 2018, Iaquinta padre uscì dal tribunale urlando la sua innocenza (video).

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"Mio padre condannato senza una prova. Non mi fermerò", scrive ora il campione del mondo nel 2006 con la Nazionale di calcio. "La storia ci insegna che la mafia è una cosa seria, la lotta alla mafia è una cosa seria! 13 anni di condanna a mio padre fanno capire che lo Stato non ha interesse a combatterla", scrive l'ex atleta con l'hashtag #giuseppeiaquintainnocente e mostrando una foto di suo padre che tiene in mano la Coppa del Mondo con una scritta a corredo: "Papà, mafiosi sono loro! Orgoglioso di te sempre".

E infine ancora: "La legge è uguale per tutti. Per favore togliete quella scritta. Aemilia processo politico mediatico". Sempre nel procedimento 'Aemilia', Vincenzo, Iaquinta era stato condannato in primo grado, con conferma in Appello, a due anni con la condizionale per irregolarità nella custodia di armi. L'ex calciatore non aveva fatto ricorso in Cassazione