Arrestato per spaccio in via Turri. Era tra i senzatetto delle ’casette’

Il 26enne nigeriano è stato sorpreso dalla polizia mentre cedeva una dose di crack a una donna. A novembre finì già in manette per una sanguinosa rissa tra connazionali, in piazzale del Tricolore.

Numerose segnalazioni ed esposti fatti dai residenti di via Emilia Ospizio hanno fatto scattare un servizio antidroga da parte degli agenti della squadra mobile della questura e del posto di polizia in via Turri, culminato mercoledì nell’arresto di un giovane nigeriano.

I poliziotti hanno tenuto d’occhio la stazione di servizio vicina a piazzale Tricolore, notando intorno alle 19 una donna marocchina avvicinarsi e parlare pochi secondi con un ragazzo, consegnargli banconote e ricevere qualcosa in cambio. Sospettando che si fosse trattato di una vendita di droga, i poliziotti hanno controllato la donna che ha consegnato loro spontaneamente un involucro che conteneva crack: si trattava di una dose di 0,18 grammi. Il giovane, rimasto sul posto, è stato notato mettere i soldi appena ricevuti nel portafogli. Gli agenti delle volanti lo hanno controllato e portato in questura: è stato identificato in Hope Obioha, 26 anni, con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona. Dalla perquisizione è risultato in possesso di 285 euro in banconote di piccolo taglio. Secondo la polizia, il giovane è disoccupato, regolare sul territorio (risultava una residenza in Sicilia) ed è senza fissa dimora.

Figurava tra i disperati che alloggiavano senza autorizzazione nelle casette elemosinarie di via Fontanelli, dietro il parcheggio della ex Caam. Qui era stato identificato dalle volanti, poi era stato accompagnato in questura per la denuncia per occupazione abusiva di edificio.

In questi giorni il Comune ha disposto lo svuotamento delle casette dagli oggetti portati dai senzatetto che le avevano occupate, poi gli stabili saranno in parte murati e gli accessi chiusi. Il 26enne è comparso ieri mattina davanti al giudice Sarah Iusto per la direttissima: assistito dall’avvocato Valbona Shakaj, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il pm ha chiesto il divieto di dimora a Reggio; la difesa ha chiesto la remissione in libertà e in subordine l’obbligo di firma, misura quest’ultima disposta dal giudice con cadenza tre volte alla settimana. Al legale il 26enne ha riferito di vivere in viale Piave e di avere un lavoro in un albergo. È stato chiesto un termine e la prosecuzione della direttissima rinviata a giugno.

Il giovane era stato arrestato, insieme ad altri due connazionali, per una sanguinosa rissa iniziata nella sera del 2 novembre 2022 in piazzale Tricolore e che poi si spostò davanti alla stazione ferroviaria: gli altri due partecipanti, un 30enne e un 29enne pure loro finiti in manette, avevano riportato una prognosi di dieci giorni, uno per lesioni al volto e al braccio, l’altro alle labbra.

Alessandra Codeluppi