Cancelli aperti con quasi due ore di anticipo

Il pubblico entusiasta avanza come un fiume in piena: gente di tutte le età e da ogni parte del pianeta

Cancelli aperti con quasi due ore di anticipo

Cancelli aperti con quasi due ore di anticipo

Il popolo pacifico del rock, del sano rock’n’roll, come un fiume percorre il lungo cordone transennato che conduce alle entrate, aperte alle 10.20 – contrariamente al programma che prevedeva l’apertura dei cancelli alle 12 – per permettere il lento, composto fluire delle persone all’interno della Rcf Arena. Una famiglia dorme ancora sull’erba vicina alla rotonda che segna l’ingresso dell’area, in via dell’Aeronautica, per venire irrimediabilmente svegliata dal vociare dei tantissimi fan intorno a loro, fra cui gruppetti di ‘riot girls’, nostalgici, millennials ribelli. La scenografia delle prime decine di migliaia in direzione arena emana grinta e passione indiavolata, con quelle simpatiche corna rosse sulle teste. Sui visi dei centomila spettatori appare il sorriso di chi è arrivato a meta e fra una manciata di ore potrà esplodere nel delirio collettivo generato dagli Ac/Dc. Per tanti non è questo il primo concerto della band australiana a cui assistono, anche se sale al rango di più importante. Definitivo. La venue reggiana è l’unica data nel nostro Paese per il ‘Power Up Tour’ e le canzoni dell’ultimo album rimangono ancora relativamente poco ascoltate dal vivo, se pensiamo che il disco era uscito nel 2020. "Veniamo da Bologna, saremo nella Green – gergo da Campovolo, per Alex Boriero, studente di 20 anni, giunto insieme a un amico di 46 – siamo arrivati in macchina proprio oggi, tutto bene sino a qui". In ragione dell’età, Alex segue gli Ac/Dc da quando è nato. C’è chi dice di seguirli dal primo giorno. Si sa che il rock, e l’hard rock non fa eccezione, è come una ‘fede’. D’altra parte, la potenza dei suoni che è in grado di sprigionare è stata già sdoganata come ancestrale da più di uno studioso. "Vorremmo sentire ‘T. N. T.’ negli encore. Ma anche ‘For Those About to Rock’, dice tutto d’un fiato un compagno di fila. Colorata, entusiasta di esserci è la comitiva di amiche da Brescia formata da Giusi, Ivana e Guada, diminutivo di Guadalupe, Paese di origine. Salvo segue le sue amiche sulla rampa di lancio per questo sogno rock’n’roll: mancano poche centinaia di metri, ormai, e il lungo boulevard della Rcf Arena sarà loro, in attesa di collocarsi finalmente nelle Orange e Yellow Zone. "Viaggiamo dai 20 ai 45 anni!", gridano entusiaste. Dietro, una signora in occhiali scuri e maglietta brandizzata Ac/Dc non vuole essere da meno: "Fra noi ci sono persone di 60 e 22 anni". Ci fanno notare che l’anno scorso, per Harry Styles, c’era ben altra situazione. Pieno luglio, punte di 38-42 gradi, con grandinata il giorno del concerto e assembramenti di teenager impazzite dalle prime luci dell’alba. E ora, per gli Ac/Dc, un pubblico delle grandi occasioni, eterogeneo per età ma unito in un grande amore per il rock che scorre impetuoso nelle vene. E che ieri si è fatto sentire fin dentro l’esagono.

l. m. f.