Caso Saman, oggi si svolgeranno gli esami sul frammento osseo ritrovato in riva al Po

Era stato rinvenuto il 3 di novembre al Lido di Boretto. Ris al lavoro dalla mattinata

Si aspettano risposte dai nuovi accertamenti tecnici disposti nell’inchiesta sulla scomparsa di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa il primo maggio da Novellara ed il cui corpo non è mai stato trovato, che saranno eseguiti a partire da oggi dai carabinieri del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Parma.

I militari specializzati sottoporranno a esami genetici un frammento osseo trovato il 3 novembre al Lido Po di Boretto, che sembra appartenere a una calotta cranica.

Una volta avuta conferma che si tratti di un reperto umano (e questo è il primo passaggio della complessa procedura), si farà la comparazione col Dna della giovane. Una pista nell’inchiesta portava ai paesi rivieraschi, dopo che il fratello 16enne di Saman aveva rivelato di aver sentito un cugino parlare in casa di "farla a pezzi" e "portarla a Guastalla, dove c’è il fiume".

Altre analisi biologiche saranno fatte su abiti sequestrati a casa di Danish Hasnain, lo zio 34enne di Saman, e quelli degli altri quattro indagati (i genitori Shabbar Abbas e Nazi Shaheen, i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq).

Hasnain, estradato da Parigi, è stato sottoposto lunedì all’interrogatorio di garanzia davanti al gip Luca Ramponi: si è proclamato innocente e si è detto vittima di un complotto della famiglia.

Il suo principale accusatore, ovvero il 16enne, sarebbe a suo dire manipolato dal padre Shabbar, fratello di Danish: "Se io fossi dichiarato colpevole, dovrei rinunciare al terreno che io e Shabbar abbiamo in comproprietà in Pakistan, che rimarrebbero a Shabbar". Ha anche negato di aver visto Saman nella notte del primo maggio, sostenendo di averla vista il giorno prima. E sul video che lo ritrae insieme a Ijaz e Nomanulhaq mentre vanno sul retro della casa di Novellara con pale, un piede di porco e un sacco, ha riferito che stavano andando a sistemare un orto in un terreno dato loro dal titolare dell’azienda agricola. Tutte dichiarazioni che ora sono al vaglio dei carabinieri, coordinati dal pm Laura Galli.

Alessandra Codeluppi