Casalgrande, il parroco contro l'apertura del centro islamico

Dura lettera di don Carlo Taglini: "Così Veggia di Casalgrande rischia di diventare un ghetto"

L’ex macello Fiorini, acquisito dall’Associazione Culturale Islamica di Sassuolo

L’ex macello Fiorini, acquisito dall’Associazione Culturale Islamica di Sassuolo

Reggio Emilia, 13 aprile 2018 - «Un centro culturale islamico alla Veggia rischia di trasformare l’abitato nel Bronx di Casalgrande. Il paese rischia la disintegrazione sociale…». Parole forti quelle scritte da don Carlo Taglini in una lettera rivolta ai fedeli della parrocchia di Sant’Antonino in merito alla proposta dell’Acis (Associazione Culturale Islamica di Sassuolo) di costruire un centro culturale islamico nell’ex macello Fiorini, nel borgo di Mulino Vecchio della frazione casalgrandese. Un’area che l’associazione ha acquistato all’asta nel gennaio scorso e di cui il Carlino diede notizia, con annesse polemiche politiche e preoccupazioni da parte dei cittadini.

Don Carlo Taglini
Don Carlo Taglini

Poi don Taglini analizza la questione del centro culturale. «L’Acis per ora non ha fornito nulla di scritto, ma solo una presentazione verbale. Vorrebbero un centro culturale islamico. Ma tutti sanno che il loro concetto di cultura è diverso dal nostro. Per noi cultura è filosofia, scienze umane, storia, libero confronto di idee. Per l’islam invece cultura, politica e religione sono indivisibili. Dunque dire centro culturale, politico, religioso, ricreativo è la formula corretta e infatti viene definito da loro stessi «centro polifunzionale». In realtà l’Acis è giustamente preoccupata per l’educazione dei suoi giovani e vuole costruire una scuola coranica per formare le nuove generazioni».

Il parroco infine con onestà intellettuale s’interroga. «Possiamo negare il diritto alla libertà di culto? Davanti alla legge sono tutte libere e lo dice la nostra Costituzione. Ma l’Islam ha due condizioni che non osserva: la parità tra uomo e donna e la laicità dello Stato».

Problemi che secondo lui possono ripercuotersi sull’eventuale centro alla Veggia. «Qui ci sono 1.200 abitanti di cui 200 stranieri. Siamo sicuri che sia il luogo adatto per una scuola coranica di 3mila metri quadri? Non serve un profeta per capire che tra 20 anni la frazione rischia di diventare un ghetto islamico. Un centro islamico fungerebbe da polo d’attrazione per altri musulmani. Siamo sicuri che 500-600 persone che affluiranno non creino confusione e degrado?».

Don Taglini infatti conclude con un appello: «L’Acis costruisca piuttosto abitazioni per i poveri. Un primo passo per l’integrazione sarebbe che cristiani e musulmani aiutassero i bisognosi. Auspico la nascita di un comitato di cittadini della Veggia che possa dialogare con serenità con l’associazione islamica e il Comune».