Reggio Emilia, chiostri di San Pietro. "Pronti a febbraio"

Il Comune è fiducioso sul progetto, la prima visita al cantiere

Lo stato attuale dei lavori

Lo stato attuale dei lavori

Reggio Emilia, 20 ottobre 2018 - «Come vedete non è una colata di cemento. Questo posto riavrà un’anima. E qui si farà innovazione». Caschetto giallo in testa, l’assessore all’agenda digitale Valeria Montanari apre così, con orgoglio, la visita – in preview per la stampa – nel cantiere in corso per il recupero dei Chiostri di San Pietro e, accanto, in quello che diventerà il cosiddetto laboratorio aperto urbano, progetto al quale tiene moltissimo. Come a dire, le polemiche – quelle critiche di snaturare la storia del complesso mosse dall’architetto Franca Manenti Valli fino all’ex presidente della Federazione Turismo, Gianfranco Tirelli e per ultimo anche dall’ex leader dei Cccp Giovanni Lindo Ferretti che teme diventi un contenitore multiuso che poco abbia senso con l’arte – se le porta via il vento. I lavori procedono spediti. Con l’obiettivo di terminarli in gennaio e di inaugurare tutto a febbraio.

A buon punto è la realizzazione del lab. La facciata esterna è quasi completata, con il look caratterizzato dal legno rivestito da uno smalto particolare in grado di resistere alle intemperie. L’ingresso principale volge in quella che sarà la caffetteria. Da qui si sviluppa per il lungo al piano terra un open space dove sorgerà uno spazio di co-working e una sala riunioni.

Il rendering di come sarà l’ingresso principale del complesso
Il rendering di come sarà l’ingresso principale del complesso

«Sulle balconate in alto – illustrano l’architetto Andrea Zamboni, direttore dei lavori e progettista e il collega Massimo Magnani, responsabile unico del progetto per il Comune – lungo il parapetto sarà esteso un tavolo che sfrutterà la luce filtrante dalla vetrata. Ogni locale avrà un suo server e sarà dotato di connessione wi-fi tramite fibra».

L’obiettivo è proprio quello di rendere fruibile per tutto l’anno questo spazio dove gli attori dell’innovazione sociale e digitale potranno confrontarsi, collaborare e costruire sinergie. Ma anche un luogo in cui c’è chi potrà semplicemente lavorare col proprio pc, magari ‘affittando’ uno spicchio di tavolo o una postazione. Al piano superiore ci saranno altri spazi ‘labspace’ dedicati alla sperimentazione di tecnologie e software e stanze per meeting o eventi. La gestione del locale è in fase di aggiudicazione dopo il bando di gara al quale si è presentata la cordata formata da Consorzio E45 e Fondazione Oscar Romero. Chi se lo aggiudicherà avrà anche il compito di guardianìa sul complesso monumentale, del quale il Comune avrà comunque il controllo, continuando a utilizzarlo per Fotografia Europea e altri eventi artistici-culturali. Un intervento complessivo da 4 milioni di euro, di cui 3 finanziati dalla Regione e uno stanziato dal Comune.

Progetto che piace già al sindaco Luca Vecchi: «Nonostante i lavori debbano terminare, i Chiostri hanno già cambiato faccia», dice guardando la cupola di San Pietro che spunta maestosa dalla finestra al primo piano del lab.

All’esterno presto saranno piantumati gli alberi nell’area cortiliva con sprazzi di verde (pochi secondo i critici) che portano all’accesso verso viale Monte San Michele, passaggio finora chiuso. Mentre nel cuore del grande complesso dei chiostri verrà steso un terreno di ghiaia bianca, con punti luce a led, pensato per ospitare fino a 600 persone.