Ciechi, corso da mediatori culturali

Progetto di formazione della coop L’Ovile per un percorso di formazione con profili professionali medio-alti

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L’Ovile amplia l’impegno a sostegno delle persone segnate da fragilità e svantaggio nell’inserimento al lavoro, che già rappresentano una quota del 48% sui 360 dipendenti della cooperativa in via De Pisis. In collaborazione con la sezione reggiana dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e il centro di formazione regionale Ciofs (presente a Reggio con una sede a Bibbiano), L’Ovile ha avviato un corso di formazione per mediatori culturali e linguistici destinato in modo esclusivo a persone cieche o ipovedenti.

"Il progetto – spiega la responsabile dell’Ufficio inserimento lavorativo della coop, Elisa Cocchi - ha particolare rilevanza non solo perché si rivolge a chi comunque sconta una forma di disagio grave, ma soprattutto perché mira a formare profili professionali medio-alti molto richiesti e dai quali, però, le persone cieche o ipovedenti sono quasi sempre escluse".

"A questa necessità – prosegue Cocchi – si è associata la volontà di rafforzare il nostro lavoro a sostegno di ciechi e ipovedenti, valorizzando in particolare persone che sono in possesso di competenze linguistiche molto preziose nell’avvio di un percorso di formazione che va a rafforzare anche le loro capacità relazionali e aggiunge altre competenze riguardo alle diverse culture con le quali il nostro territorio è in dialogo".

"Il bisogno di competenze nel campo della mediazione linguistica e culturale – sottolinea Valerio Maramotti, presidente della cooperativa L’Ovile – è reso evidente dall’arrivo nel nostro territorio di richiedenti asilo e profughi di nazionalità e culture diverse che vanno sostenuti tanto nei bisogni primari quanto nei percorsi di integrazione". Il percorso formativo, che include 5 persone cieche o ipovedenti, vede in campo Clara Codeluppi per il Ciofs, che con l’attività di tutoraggio ha concretizzato i finanziamenti di Fondo Sociale Europeo e Fondo Regionale Disabili, e Chiara Tirelli per l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.

"Il percorso – spiega la stessa Tirelli - è articolato in due moduli per 32 ore complessive, dedicate all’approfondimento dei diversi ambiti della mediazione (sanitario, legale, ecc.), all’analisi del ruolo del mediatore nella relazione con il beneficiario, alla conoscenza del quadro normativo riguardante la professione, all’uso di strumenti informatici, allo studio delle criticità rilevate sulla base di esperienze concrete di mediazione". Il progetto prevede anche una vera e propria “formazione sul campo” al Centro di mediazione che L’Ovile gestisce in via Guittone d’Arezzo e di cui è coordinatrice Stefania Bottesini, impegnata anche nelle docenze.