"Così si uccidono attività sane"

Luca Ferri (Mangiamore) era stato tra i primi a chiudere "Da allora è cambiato tutto. Manca la progettazione"

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Era stato il primo ad abbassare le serrande lo scorso ottobre, quando i contagi salivano a vista d’occhio e il governo iniziava a ragionare sulle chiusure differenziate per zone. Luca Ferri, trentenne titolare del ristorante Mangiamore di piazza Fontanesi, disse di farlo per senso del dovere verso la collettività. Per proteggere le scuole e gli ospedali.

Ferri, ieri ha partecipato alla manifestazione romana che chiede le riaperture.

Cosa è cambiato rispetto a 6 mesi fa?

"E’ cambiato tanto da allora. Quando abbiamo chiuso eravamo forti di un senso di collettività, di un senso di tutela delle aziende colpite e dei meccanismi che fanno andare avanti la nostra società, come la scuola e la salute. Allora sentivo un forte senso di responsabilità".

E oggi cosa sente?

"Il problema è nato nel 2021 quando c’è stato un cambio inaspettato governativo a Roma ed è venuta a nudo quella che è la mancanza vera: la progettazione".

In che senso?

"Ora ci troviamo a dover rincorrere decreti che non arrivano, sostegni che non sono congrui e questo ci mette nella condizione di rischiare davvero di non riaprire anche attività che erano sane".

Intanto i Ristoratori Responsabili si sono seduti al tavolo a Roma col sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef). Cosa avete ottenuto?

"Si è parlato di bonus affitti per le imprese in difficoltà. Il plafond di aiuti, invece, non è stato ancora stabilito. Intanto stiamo aspettando di sapere se arriveranno 400 milioni di euro ai Comuni per la Tari".

E in quel caso?

"Se sarà così la prossima rata Tari sarà azzerata, cosa giusta per chi non ha prodotto alcun rifiuto per tanti mesi.

Sennò, il Comune ha già detto di essere disposto a investire un milione di euro per evitare questa tassa alle imprese che sono rimaste chiuse. Ma in quel caso ne mancherebbero ancora 1,5 milioni".

Come proponete di fare?

"Il computo dell’imposta è complicato, ma noi pensiamo che Iren debba calare il coefficiente fisso e quello variabile delle imprese rimaste chiuse, aumentandolo per tutti coloro che invece hanno aumentato la produzione di rifiuti o richieste servizi a Iren".

Saverio Migliari