"Diffamò la consigliera Paghi 1.200 euro di multa"

La richiesta del pm Giacomo Forte per l’ex sindaco Marcello Coffrini. La difesa: "Fu una frase di critica politica, che ha ampi margini di tolleranza"

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di Alessandra Codeluppi

Una multa da 1.200 euro. È la pena pecuniaria chiesta dal pm Giacomo Forte per Marcello Coffrini, ex sindaco di Brescello a processo per diffamazione aggravata nei confronti di Catia Silva, che lo denunciò per una frase da lui pronunciata nel consiglio comunale del 27 luglio 2015. Allora Silva era consigliere della Lega Nord, mentre oggi è nelle file di FdI.

"Trovo veramente difficile ricevere accuse da chi, in modo inequivocabile, ha banchettato con i capi dell’organizzazione criminale (i Grande Aracri, ndr) presso la loro casa": ecco le parole che l’allora sindaco pronunciò verso Silva. Lei nel 1992 faceva la fotografa: in passato spiegò che le era stato chiesto di presenziare a un battesimo a Isola Capo Rizzuto su invito di Carmine Rondinelli (poi deceduto, marito di Maria, sorella di Francesco Grande Aracri), il cui figlio Girolamo fini sotto processo per minacce nel 2009 alla consigliera insieme a Salvatore Grande Aracri, Alfonso Diletto e Salvatore Frijio. Nel luglio 2020 le condanne a sei mesi per Grande Aracri e Diletto divennero definitive; mentre gli altri due, dopo la conferma della pena in Appello, hanno presentato ricorso in Cassazione.

"A quel battesimo c’era anche Nicolino Grande Aracri - raccontò lei - ma nel 1992 nessuno sapeva chi fosse quella famiglia. Ero lì per fare un servizio come tanti altri". La presenza dell’allora fotografa fu ripresa tra foto e video a cui fece riferimento Coffrini. Davanti al giudice Stefano Catellani, ieri le parti hanno discusso, in presenza dell’imputato e di Silva. Il pm Forte ha chiesto la condanna al pagamento della multa. L’avvocato Gianluca Vinci, che tutela Silva, costituita parte civile, ha domandato un risarcimento danni di 5mila euro e le spese legali. L’arringa difensiva dall’avvocato Mario L’Insalata è culminata nella richiesta di assoluzione: "La circostanza riferita da Coffrini corrisponde al vero: esiste agli atti anche un video - ha sostenuto il legale -. Il contesto in cui fu pronunciata quella frase era politico: da lei Coffrini subì un ingiusto attacco, a cui oppose il diritto di critica politica, che ha margini ampi e che sussiste perché lui era un sindaco e lei un consigliere. In ambito politico è possibile avanzare critiche, rimanendo entro certi limiti di tolleranza verbale che in questo caso sono stati rispettati".