YLENIA ROCCO
Cronaca

Discoteca Corallo in vendita: "Problemi coi giovani. Oggi sono ingestibili"

L’annuncio della famiglia proprietaria del tempio del rock di Scandiano. Giorgio Zambelli: "Chi lo compra lo abbatterà per fare case o altro. Siamo disposti a cedere anche l’attività del Rockville a Castellarano"

L’interno della discoteca durante una recente serata di intrattenimento

L’interno della discoteca durante una recente serata di intrattenimento

Reggio Emilia, 12 aprile 2024 – L’indiscusso tempio del rock reggiano rischia di sparire, lasciando ai più affezionati la malinconia di 73 anni di ricordi e fotografie. I fratelli Zambelli, Giorgio e Gianni, hanno deciso di mettere sul mercato la storica discoteca Corallo. Era l’ottobre del 1951 quando Guelfo Zambelli e alcuni amici decisero di far nascere il Corallo Dance, sempre rimasto nello stesso posto, in viale della Rocca a Scandiano, e gestito dalla stessa famiglia.

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Nella sua struttura di 1500 metri quadri, con quattro sale da ballo e il Privé Corallino al piano superiore, ha ospitato i più celebri nomi dello spettacolo e della musica italiana e internazionale, facendo ballare intere generazioni. Da anni, durante il periodo estivo, la stessa famiglia gestisce la discoteca Rockville in via Radici Sud a Roteglia e la messa in vendita del Corallo potrebbe riguardare anche la struttura di Castellarano.

A spiegare i dettagli in un’intervista al Carlino è Giorgio Zambelli, uno dei soci proprietari, tra difficoltà di gestione, ma anche con qualche punta d’amarezza per le intemperanze delle giovani generazioni non più gestibili come una volta.

Giorgio Zambelli, come mai avete deciso di vendere?

"Io e Gianni ormai siamo vecchi, dobbiamo e vogliamo andare in pensione. È giusto che ora subentrino i giovani...".

Scandiano potrebbe perdere il suo tempio della musica?

"Cedendo la nostra licenza il Comune sicuramente non ne darà un’altra, perché siamo posizionati troppo vicino al centro storico. Nel 1951, quando è nato il Corallo, in quella zona c’erano pochi edifici abitativi, la situazione oggi è diversa. Chi acquista potrebbe aprire un’attività commerciale o decidere di abbattere lo stabile e creare nuovi appartamenti. Qualsiasi cosa sarà, ammetto che ci piacerebbe avere un appartamento in permuta per non perdere del tutto il contatto con la storia della nostra famiglia".

Qualcuno si è già fatto avanti? "Sì ma siamo ancora lontani dalla vendita. Senza un accordo, la discoteca continuerà a funzionare regolarmente. Il Corallo fino a metà maggio sarà aperto, vedremo quest’estate cosa succederà ma sono pessimista".

Come mai?

"Ci offrono cifre molto lontane da quelle che vogliamo… e noi non cediamo".

Di quanto parliamo?

"Io e Gianni non abbiamo ancora concordato una cifra che soddisfi entrambi ma diciamo che parliamo sicuramente di un numero a due cifre e con sei zeri".

Vendendo lo stabile, venderete anche l’arredamento?

"Il mobilio sarebbe da restaurare, ormai è vintage. Sicuramente venderemo i pezzi più pregiati, il resto potremmo decidere di regalarlo a chi vorrà un ricordo del Corallo".

Lei e suo fratello gestite anche il Rockville, di questo cosa ne sarà?

"Il terreno del Rockville non è nostro, lì siamo in affitto. Ma siamo disposti a cedere l’attività già avviata se ci venisse offerta una cifra adeguata".

Nel caso del Rockville un futuro acquirente chi potrebbe essere?

"Un giovane con idee chiare e innovative, ma soprattutto con tanta voglia di fare".

Oltre alla volontà di godersi una meritata pensione, nella scelta della vendita le frequenti risse tra bande di giovani hanno influito?

"Purtroppo sì. Fino all’anno scorso il sabato sera era dedicato ai giovani ma ci sono troppi problemi con le nuove generazioni. Non solo questo però, anche quei ristoranti che dopo cena trasformano il locale in una sala da ballo hanno influenzato la nostra decisione. Le discoteche sono le uniche ad avere la licenza da ballo, in teoria determinati locali non potrebbero organizzare eventi così ma a quanto pare va bene lo stesso. E intanto discoteche più grandi chiudono".

Decidere di mettere sul mercato il vostro ‘gioiellino di famiglia’ è stato facile?

"Per niente. Io e mio fratello siamo praticamente nati tra queste mura. Prima di essere una discoteca, lo stabile, che una volta era più piccolo, ospitava la vendita del vino e della legna per le stufe. Nel ’51 mio padre e un suo socio l’hanno rilevato, realizzando la cosiddetta balera. Negli anni ci siamo allargati sempre di più fino ad arrivare alla metratura odierna: 1500 metri quadrati, sviluppati su due piani. Una volta l’edificio si riempiva in un attimo, oggi è diventato più complicato".

Lei e Gianni, quando avete iniziato a lavorare al Corallo?

"Verso i sedici anni, andavamo a dare una mano a nostro padre, così poco alla volta abbiamo imparato il mestiere. Compiuti i 21 anni ho iniziato a lavorarci, mio fratello Gianni già qualche anno prima. Nel 1981 dopo la perdita di nostro padre ne abbiamo definitivamente preso le redini".

Qual è stato il periodo d’oro del Corallo?

"Senza ombra di dubbio il periodo dal 1983 al 2007, quando abbiamo iniziato ad organizzare le serate di musica Rock assieme ad una radio locale di Scandiano. Un vero momento d’oro, nei weekend registravamo il ‘tutto esaurito’. Abbiamo smesso perché con le nuove generazioni è cambiato anche il genere musicale e ci siamo dovuti adattare. Oggi però organizziamo serate in memoria dei vecchi tempi del Rock con grande affluenza".

In questi lunghi anni di attività, spensieratezza e divertimento, c’è qualcosa che la rattrista?

"C’è un po’ di rammarico perché ho sempre cercato di garantire la sicurezza dei miei ospiti, allontanando dal locale le bande che creavano problemi. Ma a volte non sono stato capito e alla fine sono stato etichettato come razzista e ignorante".