Reggio Emilia: due appalti nel mirino. Indagate nove persone

Val d’Enza, la Procura apre un’inchiesta per turbativa d’asta sulla concessione degli impianti sportivi di Bibbiano e la gestione delle multe nell’Unione

Gli uomini della Guardia di Finanza del comando di Reggio Emilia

Gli uomini della Guardia di Finanza del comando di Reggio Emilia

Ancora un blitz della Guardia di Finanza. Ancora gli appalti pubblici sotto la lente della Procura della Repubblica, che ipotizzando il reato di turbativa d’asta – ha aperto un’inchiesta (condotta dal pubblico ministero Marco Marano) e inviato nove avvisi di garanzia ad imprenditori, funzionari e amministratori in carica. E, ancora una volta, la val d’Enza teatro di una maxi operazione.

Una ventina di militari della Fiamme Gialle ha effettuato ieri mattina alcune perquisizioni a casa di alcuni degli indagati e in alcune sedi istituzionali: oltre al Municipio di Bibbiano, la sede dell’Unione, a Barco, e il Comando della Polizia dell’Unione, a Montecchio.

Le attenzioni degli uomini del colonnello Ivan Bixio si sono concentrate in particolare su documenti cartacei e sul materiale informatico – che sono stati acquisiti – relativi a due importanti procedure d’appalto nelle quali gli inquirenti hanno riscontrato alcune anomalie meritevoli di accertamenti.

Gli appalti finiti al vaglio degli inquirenti sono due. Uno, gestito dal Comune di Bibbiano è relativo all’affidamento in concessione degli impianti sportivi.

Per essere più chiari: il Comune, tramite procedura di gara, affida ad alcune società sportive la gestione degli impianti (palestre e campi da gioco) in genere con un contratto triennale; in cambio l’amministrazione percepisce dalle società vincitrici un canone che in certi casi può superare superare anche il milione di euro. L’appalto contestato dalla Procura effettivamente ha un valore complessivo di 2,5 milioni circa.

L’altro filone, che riguarda invece l’Unione dei Comuni, è relativo al servizio di emissione e verifica delle sanzioni relative al codice della strada. Valore, 300mila euro.

Una vicenda che – a quanto è dato capire – avrebbe origine dalla volontà di appaltare tutta la gestione delle multe ad una società esterna. Lo scopo, dichiarato in sede politica, era quello di non sottrarre forze ed energie al corpo della Polizia locale (già al centro di delicata vicenda processuale).

Non è chiaro se nell’inchiesta sia finita anche la determinazione con lui, nell’estate scorsa, l’Unione determinò di affidare i compiti all’unica impresa che aveva presentato un’offerta, scelta che aveva acceso una polemica.

Di sicuro c’è una circostanza: nove persone hanno ricevuto l’informazione di garanzia nell’ambito di un’inchiesta per turbativa d’asta. Tre sono imprenditori, gli altri sei si dividono tra funzionari – che evidentemente erano incaricati di gestire la delicata materia – e amministratori in carica, col peso della loro rappresentanza politica.