Eroina in stazione, pusher a processo In sette patteggiano: pene anche di 4 anni

L’operazione della polizia ’Black friday’ sgominò nigeriani, ghanesi e pakistani che gestivano lo spaccio

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di Alessandra Codeluppi

Sette patteggiamenti, alcuni dei quali superano la boa dei quattro anni di reclusione, e una condanna col rito abbreviato.

È l’approdo a cui è giunta l’udienza preliminare, ieri davanti al giudice Luca Ramponi, per otto dei dieci uomini raggiunti in giugno da un’ordinanza di custodia cautelare (sette in carcere e tre ai domiciliari) nell’ambito dell’operazione antidroga ‘Black Friday’. Per gli altri due uomini, che risultavano latitanti, si procede separatamente.

Ai dieci uomini è stata mossa a vario titolo l’accusa di produzione, traffico e detenzione illeciti di droga.

L’indagine, condotta dalla squadra mobile della questura con il coordinamento del pm Iacopo Berardi, ha permesso di assestare un colpo allo spaccio nella zona della stazione ferroviaria: destinatari delle misure restrittive erano pusher di nazionalità nigeriana, ghanese e pakistana.

Droghe anche pregiata, ad esempio l’eroina thailandese, erano vendute a prezzi fino alla metà di quelli di mercato: secondo gli investigatori, l’approvvigionamento avveniva direttamente dal grossista e, talvolta, la qualità non era altissima. Le investigazioni sono iniziate nel 2019, includendo pedinamenti e intercettazioni, con il supporto dello Sco (Servizio centrale operativo) e dell’Anticrimine reggiana: tra arresti in flagranza, quelli differiti e le le misure cautelari emesse in giugno, le manette sono scattate in tutto per 28 persone.

La polizia di Stato ha recuperato anche 1,5 chili di eroina, 3,5 chili di anfetamina provenienti dalla Nigeria e 150 grammi di cocaina, mentre 40mila euro erano stati sottoposti a confisca. Il 44enne tunisino Islam Chaabane (assistito dagli avvocati Nicola Tria e Marco Napoli) è stato l’unico ad avvalersi del rito abbreviato. Solo nel suo caso il giudice ha riconosciuto il fatto di lieve entità, accogliendo la richiesta dei difensori, e lo ha condannato a 1 anno e 8 mesi, pena sospesa.

Gli altri sette hanno tutti patteggiato la pena con il pm Berardi, davanti al giudice Ramponi. Erasmus Adikaibe detto ‘Sunday’, 36 anni, nigeriano, ha concordato una pena di 8 mesi (difeso dall’avvocato Laura Ferraboschi). Per Umar Mukthar, 50 anni, ghanese, (avvocato Domenico Noris Bucchi), tra le posizioni principali, ci si è accordati fino a 2 anni e 10 mesi: dopo essere stato sottoposto alla misura cautelare in carcere e poi ai domiciliari, per lui è stato disposto ieri l’obbligo di dimora a Reggio, in aggiunta all’obbligo di presentazione settimanale alla polizia giudiziaria.

John Benkye, 53 anni ghanese (avvocato Alessandro Conti), ha patteggiato un anno; Ullah Azmat Mirza, 51 anni, pakistano (avvocato Giampaolo Cazzola), 4 anni e 6 mesi; Thomas Osei Akwasi, 45 anni, ghanese (avvocato Giuseppe Caldarola), 4 anni e 1 mese. Olayiwola Omorakiyo, 30 anni, nigeriano (avvocato Costantino Diana) ha patteggiato 4 anni e 2 mesi: da ieri gli è stata alleggerita la misura, tramutata in obbligo di dimora a Reggio. Jude Odughu, 43 anni, nigeriano (avvocato Alessandro Conti), ha concordato 1 anno e 3 mesi e ieri è stato rimesso in libertà.