Escort, rifiuti e corruzione. I due ufficiali e l’ingegnere non parlano davanti al gip

Ieri in tribunale tre dei principali indagati dell’inchiesta ’Leonida’ . Il pm ha impugnato al Riesame le misure cautelari e i rigetti dei sequestri.

Escort, rifiuti e corruzione. I due ufficiali e l’ingegnere non parlano davanti al gip

Escort, rifiuti e corruzione. I due ufficiali e l’ingegnere non parlano davanti al gip

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere tre dei principali indagati dell’inchiesta ‘Leonida’, condotta dalla guardia di finanza e coordinata dalla procura di Reggio Emilia, su presunte escort di lusso, bottiglie di champagne, pernottamenti in hotel e cene costose nonché buoni carburante e biglietti per le partite di calcio in cambio di appalti affidati in via esclusiva per lo smaltimento dei rifiuti.

Il generale Giulio Botto (difeso dall’avvocato Liborio Cataliotti), il colonnello Luca Corrieri (difeso dall’avvocato Cecilia Tanzi) e l’ingegnere Luigi Brindisi (difeso dall’avvocato Michele Della Valle di Parma) hanno scelto di non rispondere al giudice per le indagini preliminari Luca Ramponi. In aula anche il pm Valentina Salvi.

Corruzione e sfruttamento della prostituzione sono i principali reati contestati dalla procura, nell’operazione che ha portato nei giorni scorsi a eseguire 5 misure cautelari (di cui una ai domiciliari e quattro interdittive) e 14 avvisi di garanzia nel Reggiano, oltre che nelle province di Parma, Verona, Brescia, Lucca, Livorno, Sassari, Roma e Siena.

Agli arresti domiciliari è finito il socio unico e presidente del Cda di Greenlife srl ed di Ecologia Soluzione Ambiente Spa, Enrico Benedetti, con sede a Bibbiano.

I due ufficiali dell’Esercito e l’ingegnere civile comparsi ieri davanti al giudice, tutti e tre impiegati nello stabilimento militare ripristini e recupero del munizionamento di Noceto (Parma), sono accusati di aver ricevuto le regalie per favorire l’azienda negli affidamenti diretti di lavori di smaltimento di rifiuti speciali (tra cui anche attività di demilitarizzazione di missili e di bombe al fosforo bianco) per una cifra complessiva di 650mila euro tra l’aprile 2023 e gennaio scorso. Tutti e tre sono stati destinatari della misura cautelare interdittiva e sospensiva della pubblica funzione e del poter contrattare con la pubblica amministrazione. Le commesse pubbliche affidate in via diretta e presunta illecita all’azienda reggiana sono state individuate nell’alveo dei servizi richiesti da alcune municipalizzate operanti in Toscana, Veneto, e Lombardia e per tali condotte sono indagate 10 persone (delle quali, 5 soggetti privati collegati a un’azienda reggiana e 5 pubblici ufficiali inseriti nelle tre aziende a partecipazione pubblica coinvolte nelle indagini). Nelle scorse ore il pm ha impugnato al Riesame le misure cautelari e i rigetti dei sequestri da parte del gip. L’udienza è stata fissata per il 2 maggio prossimo.