Furto di gioielli a Reggio Emilia, parrucchiere complice

Il colpo in Isolato San Rocco: Maurizio Rinelli, 45 anni, fece da basista ai ladri che puntavano una cassaforte

L’isolato San Rocco

L’isolato San Rocco

Reggio Emilia, 28 aprile 2022 - Soldi e gioielli spariti, per un valore di svariate migliaia di euro. Per quel furto di una cassaforte, commesso il 18 febbraio nell’appartamento di un imprenditore al quinto piano dell’Isolato San Rocco, sono stati individuati tre sospettati. Dopo l’arresto in flagranza del 45enne Salvatore Silipo, imputato di ‘Aemilia’, avvenuto il giorno stesso, la squadra mobile della questura, diretta da Guglielmo Battisti, ha identificato altri due sospettati. All’esito delle indagini, coordinate dal pm Valentina Salvi, il gip Dario De Luca ha emesso due misure cautelari per furto aggravato. Il basista è stato individuato in un parrucchiere, Maurizio Rinelli: per lui, 45 anni, incensurato, è stato disposto l’obbligo di dimora a Reggio. Dal suo profilo Facebook, emerge che un salone riconducibile al suo lavoro ha sede proprio dentro l’Isolato.

In base alla ricostruzione investigativa, sarebbe stato lo stesso parrucchiere a trovare un pretesto per far uscire l’imprenditore dall’abitazione, in modo che gli altri due potessero colpire. Il 45enne è comparso ieri davanti al gip De Luca per l’interrogatorio di garanzia. "Il mio assistito ha ha ammesso gli addebiti", dichiara l’avvocato difensore Fabrizio Sessa. È stata invece disposta la misura cautelare in carcere il 49enne Tiziano Barosi, con numerosi precedenti e sottoposto alla sorveglianza speciale. Era finito dentro nel dicembre 2014, nell’ambito dell’inchiesta ‘Strongbox’, che vide undici misure cautelari emesse a carico di nomadi, tra cui Alfredo Amato, imputato di ‘Aemilia’. Erano stati contestati 43 furti in varie città, di cui sei a Reggio: nel mirino abitazioni, supermercati e uffici postali, dove le casseforti venivano tagliate col flessibile. In tempi più recenti, Barosi è finito a processo per la vicenda di una reggiana 40enne che, dopo una vincita milionaria al Superenalotto subì nel luglio 2019 un furto. Improvvisandosi detective, si affidò a due sinti per recuperare la refurtiva, poi accusati di essersi intascati 15mila euro. Pure Barosi ieri è comparso davanti al giudice, avvalendosi della facoltà di non rispondere. "Stiamo raccogliendo elementi per vedere se esista un alibi e se le accuse contro di lui hanno un grado di veridicità", dichiara il suo avvocato Gianbattista Scalvi.

Gli agenti delle volanti avevano sorpreso Silipo alle 21.25 del 18 febbraio, mentre usciva da un palazzo della galleria San Rocco con passamontagna e un borsone con attrezzi da scasso. I ladri avevano camminato sui terrazzi facendo un percorso a U per poi infilarsi nell’appartamento, demolire un muro e portare via la cassaforte, trovata poi abbandonata con dentro solo una pistola regolarmente detenuta, ma senza soldi e preziosi.