Racconto choc a Reggio: "Minacciava di uccidermi e violentava nostro figlio di 4 anni"

La testimonianza in tribunale di una madre nel processo che vede l’ex marito accusato di stalking verso di lei e abusi sessuali nei confronti del bambino. L’imputato da tempo risulta non reperibile

Minacce di morte alla moglie e violenze sul figlio piccolo

Minacce di morte alla moglie e violenze sul figlio piccolo

"Lui ha minacciato tante volte di uccidere me e nostro figlio". Un’altra storia di presunti abusi perpetrati dentro il nido familiare. Questa volta emerge dal tribunale, dove un padre, classe 1978, di nazionalità marocchina, si trova a processo con rito ordinario, in cui è chiamato a rispondere di una duplice accusa. La più pesante riguarda la condotta che lui avrebbe tenuto verso il figlio di 4 anni: in più occasioni, nell’ottobre 2018, avrebbe costretto il bambino a subire atti sessuali. L’altra vede come vittima l’ex moglie e madre del piccolo, che lo ha denunciato per condotte persecutorie avvenute subito dopo, dal novembre 2018 al settembre 2019. Il bambino ha raccontato alla madre quanto avrebbe subìto dal genitore, e la donna ha poi sporto denuncia sia ai carabinieri sia alla questura, allegando anche le chat in lingua araba intercorse con il marito. I successivi accertamenti sono stati coordinati dal pm Valentina Salvi, che ha formulato le imputazioni di violenza sessuale aggravata – per averla commessa su un bambino che ha meno di 10 anni e che è suo figlio – e di stalking. Davanti al collegio dei giudici presieduto da Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Donatella Bove, ieri è stata sentita la donna, una connazionale dell’ex marito che si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Giulia Quadri.

L’imputato, difeso dall’avvocato Marco Pinotti, non era presente in aula: da tempo il suo legale non riesce a contattarlo. In passato è stato sottoposto al divieto di dimora a Reggio e di avvicinamento alla moglie e al figlio. Lei si è soffermata su quanto le riportava il figlioletto.

"Ogni volta che vedo papà sento dolore fisico", era il tenore del racconto del figlio. La donna ha riferito che il piccolo è stato seguito da una psicologa per due anni. E che nel 2019 il padre si presentava a scuola dal bambino con un regalo: "Dissi alle maestre che lui non avrebbe potuto farlo se non accompagnato dalle assistenti sociali". Rispondendo a una domanda della difesa sui segni fisici riportati dal bambino, ha detto che la pediatra parlò col figlio e lo mandò al pronto soccorso. Il pm Salvi ha poi depositato certificati medici relativi al minorenne, oltre a un fascicolo relativo all’incidente probatorio.

Poi la donna si è soffermata sullo stalking. Fatto di pedinamenti: "Lui ci seguiva, veniva anche al parco. Nel 2018, un giorno, ci ha visti per caso ma il bambino non voleva incontrarlo". E contatti martellanti: "Mi mandava 30-40 messaggi al giorno: ‘Voglio tornare a casa e vivere insieme’. E anche foto in cui lui mangiava alla Caritas o dormiva per strada, scrivendo: ‘È colpa tua’".

Nel capo di imputazione si parla anche di messaggi inviati alla donna cambiando numero ogniqualvolta lei lo bloccava. E poi, quando chiedeva di entrare in casa senza avere risposta, lui le inviava video in cui si tagliava i polsi, si mostrava con la testa sanguinante o minacciava di uccidere lei e il bambino. E si presentava nella scuola d’infanzia frequentata dal bambino, pretendendo di consegnarle fiori per farsi perdonare. Comportamenti che, secondo gli investigatori, avrebbero suscitato ansia e paura nella donna, che sarebbe arrivata al punto di stare al buio in casa propria per non dare segno della propria presenza e, in estate, di tenere le finestre chiuse. "Ho anche cambiato la serratura senza dire il motivo a lui: volevo proteggere il bambino". Si proseguirà in novembre quando saranno sentiti alcuni testimoni.