I dipendenti Ferrarini manifestano sotto la Regione contro la cordata GsiBonterre

"Ha fatto slittare l’adunanza dei creditori". Pronta la replica: "E’ stata l’attuale proprietà a chiedere una nuova data, noi potenzieremmo il polo produttivo"

Migration

di Stefano Chiossi

I dipendenti Ferrarini vanno all’attacco della cordata concorrente GsiBonterre-Opas-Hp. Prima a parole ("Si accanisce ingiustificatamente su di noi") e poi con i fatti, visto che stamattina alle 9,30 è in programma una manifestazione davanti alla sede della Regione a Bologna. Ma dall’altra parte il gruppo modenese e i rispettivi partner vanno al contrattacco, parlando di "disinformazione da parte dell’attuale proprietà: l’ipotesi che la nostra cordata stia ritardando strumentalmente i tempi dell’adunanza dei creditori è falsa". Aggiungendo come non sia "nell’interesse dei lavoratori la nostra rinuncia a ogni iniziativa giudiziaria per lasciare campo libero solo alla proposta di Ferrarini".

La querelle sul concordato della storica azienda di Rivaltella – 286 milioni di euro i debiti quantificati dal tribunale per la S.p.a. – non accenna a fermarsi. A maggior ragione se, come in questo caso, a scendere in campo sono direttamente i dipendenti attraverso un comunicato.

Ma in una vicenda che va avanti dall’estate 2018 è meglio fare un breve riassunto.

La famiglia Ferrarini dopo la richiesta di concordato si era affidata al colosso valtellinese Pini per risollevare l’azienda; l’offerta depositata in tribunale del gruppo di Sondrio ammonterebbe a circa 100 milioni nei prossimi 5 anni per ottenere l’80% del pacchetto (oltre all’acquisto già avvenuto di Villa Corbelli per quasi 4 milioni), mentre il restante 20% sarebbe affidato alla partecipata statale Amco: di fatto alla famiglia Ferrarini rimarrebbe soltanto il marchio.

L’offerta concorrente (al momento dichiarata inammissibile) è quella di GsiBonterre, assieme ai partner Opas e Hp con la creditrice Banca Intesa sullo sfondo, mentre Unicredit si è defilata cedendo il suo credito da circa 25 milioni.

Per i dipendenti Ferrarini – previsti tre pullman e diverse auto oggi a Bologna per oltre 150 presenze alla manifestazione – le colpe sarebbero chiare: "La cordata concorrente da circa 4 anni con ricorsi e opposizioni mette in difficoltà le nostre famiglie. Siamo sereni perché l’azienda (al netto dei debiti, ndr) va a gonfie e vele. Ma l’ennesimo rinvio che si prospetta dell’adunanza dei creditori ci porta a manifestare pubblicamente".

Su questo punto però la replica di Bonterre non si fa attendere. La cordata concorrente ha visto respinta a giugno dal tribunale di Reggio la propria proposta – 80 milioni tra investimenti e strumenti finanziari oltre alla sostituzione della sede di Rivaltella per potenziare il polo produttivo Gsi a Reggio in via Due Canali, sempre mantenendo la continuità occupazionale – che l’ha dichiarata inammissibile per tre motivazioni. Ma non ha certamente alzato bandiera bianca, ricorrendo in Appello.

L’udienza era stata fissata per venerdì, ma la concomitanza elettorale l’ha fatta slittare al 28 ottobre. Verosimilmente quindi l’adunanza dei creditori (inizialmente prevista il 12 maggio e poi spostata al 20 ottobre) cambierà nuovamente data. Ma per Bonterre era stata la stessa Ferrarini a richiederlo. Il 20 aprile scorso infatti l’azienda di Rivaltella nella memoria depositata si era detta "disponibile a considerare un rinvio dell’adunanza (del 12 maggio, ndr)" perché il tribunale doveva ancora accettare o rigettare (come poi ha fatto) la proposta di Bonterre. In caso contrario i creditori sarebbero stati costretti a votare "una proposta soggetta a una spada di Damocle"; la stessa fattispecie che avverrebbe ora, con l’adunanza fissata prima dell’Appello. Si andrà avanti allora. Ancora una volta a suon di carte bollate.