Il Comune sconfitto al Tar annuncia ricorso "La legge regionale favorisce i costruttori"

Nuovo quartiere in via Luxemburg di fianco al Conad: "Andremo al Consiglio di Stato. Coerenti con la scelta di stop al consumo del suolo"

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La materia sembra tecnica, ma dietro c’è tanta politica. L’ennesima sconfitta del Comune al Tar per un’area edificabile poi bloccata, fa emergere la fragilità del sistema. E ora Piazza Prampolini 1 si trova la strada sbarrata da un ente che dovrebbe essere un alleato: la Regione. A metter nero su bianco le ragioni della batosta al tribunale amministrativo regionale è lo stesso Municipio. La lunga nota arriva dopo la pubblicazione in esclusiva sul nostro giornale della sentenza Tar, che di fatto dà il via libera a tre soggetti privati per costruire trenta villette a schiera e molto altro ancora in un’area da più di 15mila metri quadrati, proprio di fianco al Conad di via Luxemburg (a sua volta finito in mezzo a polemiche feroci quando venne dato l’ok alla costruzione sull’area verde).

"Sul piano politico-amministrativo – scrive lo stesso Municipio – l’Amministrazione prende atto della sentenza del Tar che, pur rigettando ogni richiesta di danno da parte del privato, conferma da un lato la coerenza delle scelte dell’Amministrazione comunale in termini di riduzione del consumo di suolo, dall’altro la difficoltà di metterle costantemente in atto, in un contesto legislativo, quello della vecchia Legge Urbanistica regionale del 2020, che tendeva a tutelare i diritti edificatori anche in assenza di convenzioni urbanistiche". Una legge a favore dei costruttori insomma, che dal canto loro non possono certo continuare a pagare l’Imu per campi acquistati con uno scopo preciso e che ora si trovano a maggese senza volerlo. Soltanto la ditta Campani Immobiliare, ad esempio, per quel campo acquistato nel lontano 1988 ha già pagato più di due milioni di euro di tasse.

Il Comune però non vuole demordere e anzi, legge la sconfitta al Tar come un vanto, ribaltandone la visione: "Le tre recenti sentenze del Tar in materia di autorizzazioni edilizie e Piano operativo comunale (Poc) evidenziano che il Comune di Reggio Emilia aveva adottato, già dal 2013, regole così stringenti sulla riduzione del consumo di suolo, da superare in rigore la legge regionale sovraordinata. Una linea, quella della difesa del suolo dall’espansione edilizia che nel decennio successivo è andata affermandosi e che l’Amministrazione conferma e rilancia ulteriormente come priorità nel Piano urbanistico generale (Pug)". Ed è per questo che ricorrerà al Consiglio di Stato, il secondo e ultimo grado di giudizio della giustizia amministrativa. "L’Amministrazione intende ora avvalersi della possibilità di ricorrere al Consiglio di Stato, convinta non solo della bontà delle scelte compiute nel 2013 con la limitazione temporale delle previsioni di Poc, ma soprattutto della necessità di difendere le scelte di riduzione del consumo di suolo effettuate in questi anni e accelerate ulteriormente con l’adozione del Pug, scelte che, nel caso specifico di via Luxemburg escludono la possibilità di realizzare interventi di edilizia residenziale privata, preservando l’area a verde agricolo urbano".

Sarebbero quindi troppo vecchie le regole d’ingaggio stabilite dai vecchi piani. Per questo il Comune vuole far valere il nuovo Pug: "Il parere del Tar è relativo a previsioni puntuali che risalgono ad oltre 9 anni fa e non modificano le scelte più generali approvate in questi anni in termini di riduzione del consumo di suolo come condizione necessaria per attuare serie politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. Prima con le varianti al Psc e più di recente con l’adozione del Pug sono stati cancellati, in pochi anni, quasi 8 milioni di metri quadrati di aree urbanizzabili pari a 7.200 alloggi, che definiscono le nuove condizioni di partenza per programmare nel futuro gli interventi di rigenerazione della città. La riduzione del consumo di suolo è una scelta compiuta, dalla quale non è possibile e nemmeno conveniente tornare indietro, per impostare un modello di sviluppo più sostenibile e competitivo, incentrato sulla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente".

Saverio Migliari