
"Dieci anni fa i piani di investimento triennale parlavano di 20 o 30 milioni di euro, quello approvato a fine 2022 ne prevede più di 300. Mettiamola così: il Pnrr ha messo uno zero in più nel motore delle città".
Così Luca Vecchi ha sintetizzato l’impatto del Piano nazionale di ripresa e resilienza su Reggio, aggiungendo qualche dato a quelli pubblicati ieri dal Carlino: "Il Comune ha ricevuto 92 milioni, i restanti (il totale è di 168, ndr) sono per aziende del territorio. Siccome però quasi tutti i progetti richiedono un cofinanziamento in media del 30%, possiamo stimare che a Reggio di qui al 2026 arriveranno in tutto, tra investimenti pubblici e privati, 200 milioni di euro legati al Pnrr"
L’amministrazione è soddisfatta di questo risultato?
"Ci siamo candidati praticamente a tutti i bandi e quasi tutti i nostri progetti sono stati finanziati. Del resto se si calcola in relazione alla popolazione siamo uno dei capoluoghi di provincia che hanno ottenuto più finanziamenti in regione: avremo oltre 50 progetti nei prossimi tre anni sui diversi ambiti della vita cittadina, proviamo una certa soddisfazione".
Il difficile viene adesso?
"Attuare questi progetti è complesso, ci sono difficoltà burocratiche e amministrative. Tutti i livelli istituzionali, Comune, Regione e Governo, devono collaborare, perché realizzare il Pnrr è nell’interesse del Paese. A Reggio stiamo rispettando le tempistiche prefissate dalla tabella di marcia, prima del 31 dicembre sarà assegnata la stragrande maggioranza dei progetti".
Quindi è fiducioso?
"Se andiamo avanti così sì, però ci vuole prudenza e preferisco riparlarne dopo l’estate. Le preoccupazioni ascoltate a livello nazionale le condivido, obiettivamente è molto impegnativo sviluppare una mole di progetti tanto maggiore rispetto al passato e i tempi da qui al 2026 sono molto stretti".
Da presidente regionale dell’Anci ha citato anche delle carenze di personale tecnico. Anche in Comune a Reggio mancano dipendenti?
"Considerate che in tutta Italia il personale dei Comuni è sostanzialmente lo stesso di due o quattro anni fa, mentre i finanziamenti si sono moltiplicati come detto. Le amministrazioni sono sotto pressione e a volte ci sono anche delle disfunzioni su cui non hanno responsabilità, come la piattaforma ’Regis’: è un portale su cui tutti i Comuni dovrebbero aggiornare gli stati di avanzamento dei progetti. Non funziona al meglio e così si perdono tempo ed energie. Stesso discorso per le anticipazioni, che spesso portano i lavori a rallentare. Ma questi sono problemi di tutto il Paese, li vedo dall’osservatorio Anci. A Reggio per ora non ci sono ritardi critici, i finanziamenti non sono a rischio: il grosso del Pnrr in città è lanciato verso la sua definitiva attuazione".
Cosa porterà in concreto il Pnrr a Reggio?
"Nei prossimi tre anni si creerà un forte impulso di innovazione e rigenerazione della città. Entro il 30 settembre assegneremo molte opere urbane già note, nel mentre investiremo anche sulle scuole: sarà ricostruita l’Aosta (progetto da più di 10 milioni, ndr), rifaremo le mense di quattro elementari e abbiamo ottenuto 8 milioni per la manutenzione straordinaria di una decina di nidi e scuole d’infanzia. 9 milioni sono destinati alle ciclabili, 7 ai servizi di housing e in particolare a via Doberdò a Ospizio. Abbiamo intercettato risorse per il sociale, case della comunità e strutture per anziani e disabili, e milioni per il digitale di cui non si parla mai. È una fotografia anticipata del futuro della città: non è mai capitato di sapere tre anni prima quanti e quali progetti si realizzeranno, si può davvero programmare"
Tommaso Vezzani