"Il problema è che mancano spazi adeguati"

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Gloria

Annovi*

Da sempre noi appassionati di musica siamo costretti a muoverci, alla ricerca di eventi stimolanti e club attrezzati. Purtroppo i gloriosi anni in cui anche a Reggio Emilia si viveva di e per la musica sono finiti, molto prima che arrivasse il Covid. Oggi le città sono spazi in cui i suoni paiono perdersi e i giovani preferiscono gli echi notturni delle piazze ai suoni del basso sparati dalle casse amplificate. Così i locali vengono meno, si scontrano con la domanda di mercato, la burocrazia, l’incapacità dei gestori di creare luoghi appetibili per utenti esigenti. Perché diciamocelo, in questi anni la musica è stata svenduta al primo barman con il vezzo dei live. Spazi inadatti a qualsiasi tipo di concerto, inesistenza di impianti ad uso del musicista e ingaggi a due cifre. Ma la musica non dovrebbe essere un mezzo acchiappa-clienti per l’ultimo bar di tendenza. I locali dovrebbero fortificare il legame con tradizioni e cultura di un territorio. Serve capacità e collaborazione, ma anche la volontà della politica di creare e fortificare quella che Reggio Emilia ha: un’identità musicale che potrebbe trasformarsi anche in una nuova forma di turismo. Non è solo la quantità di eventi o locali a ridare input al pubblico, serve un progetto comune che si snodi all’interno della provincia. Pensiamo ad eventi come il Barezzi Festival (PR) o Ferrara Sotto Le Stelle, che danno nuove opportunità all’indotto commerciale e turistico. Reggio Emilia, con la sua gastronomia, ospitalità, storia d’arte e cultura, i suoi artisti, la posizione strategica e la sua maxi Arena potrebbe diventare molto di più della cittadina che offre sporadici appuntamenti annuali e che apre e chiude spazi destinati alla cultura in base ai suoi cambi d’Amministrazione. In primis, serve creare appuntamenti satellite intorno al concerto di Luciano Ligabue e all’inaugurazione dell’Arena, perché il 4 giugno è vicino. E servirà anche fare rete per incuriosire il pubblico di Campovolo a passare tempo nella nostra città. Competitività, professionalità, lungimiranza e un pizzico di coraggio servono alla nostra città per riscopre un’identità musicale ormai sopita. Noi gitani rock siamo pronti a rispondere alle offerte di qualità, con lo zaino in spalla!

*giornalista e CEO del progetto www.musicpostcards.it