Il procuratore Paci a Palermo: "La mafia non spara, dobbiamo tenere alta la guardia"

Il procuratore Paci avverte: la mafia si è evoluta, puntando ora a un ruolo nel sistema economico legale anziché solo all'infiltrazione. È necessario mantenere alta la guardia e difendere i valori antimafia.

Il procuratore Paci a Palermo: "La mafia  non spara, dobbiamo tenere alta la guardia"

Il procuratore Paci a Palermo: "La mafia non spara, dobbiamo tenere alta la guardia"

La mafia non spara e ha cambiato la sua strategia: ora mira non solo all’infiltrazione ma a un ruolo strutturale nel sistema economico legale. È il giudizio di Gaetano Paci, procuratore capo di Reggio Emilia, intervenuto a Palermo alla manifestazione per l’anniversario dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo. Paci, uno dei giovani entrati in magistratura in Sicilia tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, ha toccato il tema della nuova dimensione economica della mafia sul modello di un "sistema molto subdolo". Paci ha poi segnalato i rischi di un processo politico che mira a smantellare la legge sulla confisca dei beni promossa proprio da Pio La Torre che tanto aveva allarmato la mafia, a cominciare da Totò Riina. La regressione del sistema di strumenti antimafia costruito nel tempo passa, secondo Paci, anche attraverso il tentativo di fermare le misure interdittive adottate dalle prefetture nei confronti delle aziende inquinate. "Curiosamente – ha osservato – sono nate associazioni che nel nome dell’antimafia mirano a fermare le interdittive". "Bisogna tenete alta la guardia – ha concluso – per non ritrovarci orfani di una visione politica fondata sui valori e sulla consapevolezza che la lotta alla mafia sia un affare di popolo".