In città sono 230 i locali vietati e circa 700 i luoghi ’sensibili’

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L’incarico affidato al Politecnico da parte del Tar ha implicazioni di grande rilievo. E per comprendere il fenomeno di cui si parla, basta consultare la dettagliata mappatura che ha fatto il comune di Reggio aggiornata a quest’anno, sia sui locali vietati (ovvero coloro che non possono fare attività legate al gioco d’azzardo), sia sui cosiddetti ‘luoghi sensibili’.

Per quanto riguarda la prima categoria, sono circa 230 le attività commerciali mappate. L’elenco spazia tra agenzie di scommesse, bar o esercizi assimilabili con slot machine, circoli privati, edicole, esercizi di sole slot machine o Vlt, rivendita tabacchi o ricevitoria lotto, sale giochi e sala bingo.

Ancor più impressionante però è il numero di ‘luoghi sensibili’: per il Comune sono quasi 700, tra attività educative (biblioteche, scuole, cinema, teatri…), chieseoratori, strutture sanitarie (ospedalistrutture per gli anziani) e centri sportivi (comprese le palestre). Come detto è la legge regionale che impone una distanza minima di 500 metri tra le sale giochi e i luoghi sensibili, ed è stata varata nel 2017.

Nel testo viene ribadito l’impossibilità di aprire nuovi locali dediti alle scommesse nel già citato raggio di 500 metri. Ma non solo. Gli esercizi - già esistenti - che si trovano in questa fascia non possono installare nuove apparecchiature, e tantomeno rinnovare i contratti in essere coi fornitori, con due scelte in prospettiva: delocalizzare, oppure togliere gli apparecchi dai proprio negozi, fattispecie che scatta dopo un anno dalla notifica del Comune. In ogni caso la legge regionale era stata difesa anche dal Comune di Reggio.

Lo aveva ribadito l’anno scorso l’attuale presidente del Consiglio Comunale Matteo Iori (in foto), ex presidente della Papa Giovanni XXIII: "In epoca pre-Covid il gioco d’azzardo aveva conosciuto un boom di clientela e fatturato complessivo, arrivando nel 2019 a qualcosa come 110 miliardi di euro giocati in Italia; di conseguenza l’offerta delle sale scommesse era diventata vastissima e capillare, in un crescendo pure di patologie".

Mentre i dati su Reggio – sempre relativi all’epoca pre-Covid – parlavano di 314 milioni di euro giocati nel 2019, di cui 65 completamente ‘bruciati’. Un fenomeno che si riversa sulla cittadinanza: basti considerare che la stessa Papa Giovanni XXIII, ora diretta da Fabio Salati, gestisce e aiuta quasi 60 pazienti in una comunità terapeutica col solo obiettivo di ‘disintossicarsi’ dal gioco d’azzardo.