In un anno sono andati in fumo 65.3 milioni

I dati, impressionanti, della ludopatia a Reggio: è come se tutti i cittadini, neonati compresi, avessero perso 360 euro a testa

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Nel 2019, nel comune di Reggio, sono stati giocati d’azzardo 314 milioni di euro. Di questi, 65,3 andati in fumo: come se ogni cittadino, neonati compresi, avesse perso a testa più di 360 euro in un solo anno.

Numeri impressionanti quelli forniti dalla comunità Papa Giovanni XXIII, che rilanciano ancora una volta la gravità del fenomeno del gioco d’azzardo nel comune cittadino. Peraltro in crescita costante a livello generale: basti pensare che in Italia nel 2004 si spendevano 24,8 miliardi di euro nel gioco d’azzardo. Nel 2019, a 15 anni di distanza, si è passati a qualcosa come 110,5 miliardi, con perdite – sempre a livello nazionale – di 19,4 miliardi.

La Papa Giovanni XXIII sul nostro territorio è in prima linea contro la ludopatia dal 2000. Non a caso delle 6 strutture di accoglienza, 5 sono riservate a persone con problemi legati alla tossicodipendenza, mentre una – da una quindicina di ospiti – è dedita esclusivamente al gioco d’azzardo, attraverso percorsi di riabilitazione della durata di 4-5 mesi.

Dal 2000 al 2019, la comunità ha ricevuto 1.947 richieste di aiuto e accolto 1.226 giocatori patologici. Principalmente, come ribadito dal presidente della Papa Giovanni Fabio Salati, si tratta di uomini (per il 60%) dai 35 ai 45 anni, mentre le donne tendono ad arrivare in età più adulta, soprattutto nella fascia 50-60 anni.

"Nel 2000 il gioco d’azzardo veniva considerato un’innocua pratica ludica – ha ribadito in una nota la comunità -, così abbiamo attivato il primo gruppo di trattamento e abbiamo aumentato le nostre progettualità cercando sempre di intercettare i bisogni delle persone. In questi venti anni molte cose sono state fatte. I gruppi settimanali sono attualmente 6 sia sul territorio di Reggio che a Modena, e nel 2013 abbiamo aperto una delle primissime Comunità specifiche per soli giocatori d’azzardo inviati dai Sert, (aperta tutti i giorni), dove proponiamo programmi personalizzati".

Venendo poi alla prima, vera svolta di questi 20 anni: "Fortunatamente anche le istituzioni e gli organi di governo hanno modificato l’approccio al problema apportando importanti cambiamenti: nel 2012, con il decreto Balduzzi, la dipendenza da gioco d’azzardo è stata inserita nei livelli essenziali di assistenza, diventando una patologia a tutti gli effetti. Nel 2017 lo Stato per la prima volta ha deciso di farsi carico ufficialmente dei danni causati alla salute di una fetta della popolazione da slot machine, gratta e vinci, scommesse. E i servizi per le dipendenze patologiche sono stati chiamati alla presa in carico dei giocatori dipendenti, come per altre patologie o forme di dipendenza".