"Io non sono un burattino", confronto teso tra il testimone dell’accusa e quella delle difese

"Non sono un burattino". Scintille in tribunale, nel processo di ‘ndrangheta ‘Grimilde’, tra il commissario della squadra mobile di Bologna Saverio Pescatore e l’avvocato Pablo De Luca, difensore di Gregorio Barberio, uno dei 22 imputati nel rito ordinario incentrato sui presunti illeciti commessi dai Grande Aracri di Brescello e dalla loro cerchia. L’investigatore ha risposto piccato quando il legale ha chiesto lumi sull’esistenza di un accordo criminale preordinato. "Lui si limita a leggere una relazione, cosa che dovrebbe essere autorizzata dal giudice in casi particolari. Così per noi diventa difficile fare il controesame", dichiara De Luca ai giornalisti. Il commissario ha poi snocciolato l’esistenza di preventivi e l’esito di verifiche sul computer di Francesco Grande Aracri. Lo scontro è scaturito dalla vicenda della società ‘Holding srls’, nata nel 2016 e con un capitale sociale di 500 euro, amministrata da Barberio ma la cui reale proprietà è stata ricondotta dagli inquirenti a Francesco Grande Aracri, al figlio Paolo - imputati in ordinario - e all’altro figlio Salvatore (20 anni di condanna in abbreviato). La ‘Holding’, con sede a Reggio, ereditò una commessa da 40mila euro per la ristrutturazione di un appartamento a Parma da un’altra società, la ‘Viesse’, sempre ricondotta ai Grande Aracri, che peraltro nella città ducale, come emerso ieri, si occupò dei lavori nell’asilo comunale ‘Le nuvole’. Cinque anni fa nal cantiere della casa ci fu un controllo della polizia locale che sorprese Francesco e Paolo Grande Aracri sul posto, che telefonarono a Salvatore per chiedergli cosa rispondere. Quando il commissario ha parlato di una strategia, il difensore ha contestato e chiesto al teste se mai avesse assistito "a riunioni preordinate a commettere i reati". De Luca ha anche sollevato un’eccezione sulla procura speciale all’avvocato di parte civile della Regione, che a suo dire fa riferimento al processo in abbreviato del 2019: la Corte ha respinto. Il presidente del collegio Giovanni Ghini ha anche disposto ieri la riunificazione al processo in corso del procedimento per mafia a carico di Francesco Grande Aracri relativo al periodo 20102012.

Alessandra Codeluppi