La Fiom: "Si tutelino i dipendenti di Silk-Faw"

Stipendi non pagati a 40 professionisti, i sindacati incontrano l’azienda: "Chiediamo ammortizzatori sociali e diritto di assunzione futura"

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"Si tutelino tutti i dipendenti, senza escludere gli ammortizzatori sociali". La Fiom è pronta a dare battaglia per i lavoratori di Silk-Faw, la joint venture sino-americana delle supercar elettriche di lusso sportive che aveva annunciato ormai un anno e mezzo fa di voler approdare a Gavassa con un maxi stabilimento produttivo, ma senza dar seguito alle promesse, a partire dal rogito per il terreno mai perfezionato.

Dai 17 professionisti che avevano firmato una lettera per richiedere la messa in mora della società – come aveva raccontato il Carlino – si è saliti ad una quarantina. Tutti lamentano il mancato pagamento degli stipendi. Sono tre le mensilità (giugno, luglio e agosto) non percepite. Prima di passare alle vie legali e quindi al decreto ingiuntivo – che potrebbe segnare la definitiva parola fine al miraggio Silk-Faw – i lavoratori tentano l’ultima spiaggia della mediazione, affidandosi ai sindacati. "Nei giorni scorsi diversi dipendenti di Silk Faw si sono rivolti a noi per chiedere di essere tutelati – spiegano il segretario provinciale della Fiom, Simone Vecchi e la delegata Viola Malandri – I dipendenti di Silk Sports Car (questo il nome dell’attuale ragione sociale della joint venture, ndr) hanno deciso di agire prioritariamente in modo collettivo con strumenti sindacali, senza escludere la extrema ratio delle iniziative legali individuali". La Fiom intanto dopo aver svolto due assemblee ha definito una lista di richieste da porre all’azienda. "La prima ovviamente è di vedersi retribuire il lavoro svolto, a partire dagli arretrati – spiegano le tute blu reggiane – ma la domanda forte emersa dall’assemblea riguarda l’utilizzo di ammortizzatori sociali se le attuali condizioni economiche dell’azienda non dovessero consentire la piena attività per tutti gli addetti".

Nelle settimane scorse, inoltre, alcuni lavoratori si sono dimessi per giusta causa e la Fiom ha chiesto all’azienda di valutare un "diritto di riassunzione futura" alle medesime condizioni per chi nel frattempo fosse uscito dall’azienda. "Coi lavoratori non si è parlato di rogito e acquisto di terreni – conclude la Fiom – ma di come concretamente dare una risposta di tutela alla loro condizione sociale, che non dipende dalla proprietà del terreno di Gavassa ma dalla continuità del finanziamento del progetto". Vecchi ha incontrato l’amministratore delegato di Silk, Giovanni Lamorte il quale "preso atto delle richieste sindacali, ha ritenuto di poter dare una risposta dopo la predisposizione di un confronto interno".

dan. p.