La Fondazione Manodori c’è Sul piatto mette 2,8 milioni

Gli aiuti si concentreranno su fragilità, povertà educativa e digitale. Il presidente Sassatelli: "Patrimonio gestito con cautela"

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Nonostante le crisi – la pandemia, ora la guerra e i costi energentici – nel 2023 la Fondazione Manodori riuscirà a mettere sul piatto 2 milioni e 800mila euro a favore del territorio reggiano e della sua comunità. Una cifra importantissima, uguale a quella stanziata negli ultimi anni. A cambiare saranno le priorità: se nel colmo della pandemia la Fondazione ha sostenuto in particolare chi si è occupato del primo intervento, ora l’attenzine – anche attraverso tre bandi – si concentra sul welfare, sulle situazioni di svantaggio e sulle fragilità. I contributi del prossimo anno andranno a favore di progetti per bisogni prioritari e che rispondano ad esigenze concrete. Sono previsti bandi per intervenire sulle nuove fragilità, amplificate dalle ricadute sociali del complicato contesto economico ed internazionale. In particolare, un bando per il welfare e l’adesione al fondo nazionale per percorsi di contrasto alla povertà educativa di bambini e adolescenti.

Inoltre, la Fondazione ha lanciato un fondo per la Repubblica Digitale che sostiene progetti rivolti alla formazione informatica, tesi a diminuire il divario del nostro Paese in quest’ambito rispetto al resto d’Europa. La Fondazione Manodori partecipa all’iniziativa, nata da un accordo tra il ministero per l’Innovazione, quello dell’Economica e Acri, e promuoverà i bandi che verranno proposti presso enti, istituzioni ed organizzazioni del terzo settore del territorio reggiano.

"Occorre prendere coscienza dei cambiamenti in atto nelle nostre comunità", premette Romano Sassatelli, presidente della Fondazione Manodori.

"In accordo con altre istituzioni, abbiamo quindi proposto bandi che possano contribuire ad affrontare queste criticità. I nuovi strumenti attivati saranno utili a sostenere i soggetti più fragili e tutte quelle realtà che faticano ad adeguarsi o dovranno rimodulare la propria operatività".

“Saremo tutti impegnati – prosegue Sassatelli – a dare supporto agli enti pubblici, alle scuole, ai presidi ospedalieri e sanitari, alle parrocchie e al mondo del volontariato e della cooperazione sociale, ai soggetti attivi nella gestione dei luoghi di cultura, come teatri e musei. Molti sono in difficoltà a fare fronte a questa fase critica, o impegnati a loro volta a dare supporto alla comunità, e cercheremo di dare tutto il nostro aiuto".

La Fondazione – ha improntato la gestione del patrimonio e degli investimenti ad una particolare cautela, ridisegnando il percorso di diversificazione del proprio portafoglio per limitare l’impatto della volatilità dei mercati.

"In quest’ottica – precisa Sassatelli – proseguirà la graduale riduzione della concentrazione sul settore bancario, compatibilmente con le condizioni di mercato, e l’impostazione di piani operativi e tempistiche coerenti con la conservazione del patrimonio e la stabilità delle erogazioni".

Già dallo scorso anno, è entrato a pieno regime l’utilizzo di tutti gli spazi di Palazzo da Mosto che attualmente sta ospitando mostre ed iniziative didattiche e culturali gestite dalla Fondazione Palazzo Magnani, aule di studio dell’Istituto di Studi Musicali Peri-Merulo e uno studentato con 25 posti in appoggio alla sede reggiana dell’Università di Modena e Reggio.