La raccolta firme di 150 studenti "Riaprite la Panizzi al pomeriggio"

Petizione lanciata dai ragazzi che smentiscono l’assessore Rabitti che parlava di "pochi utenti d’estate". E rilanciano con una lettera al sindaco: "Almeno due giorni a settimana vorremmo restarci fino a tarda sera"

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di Daniele Petrone

Altro che "pochi utenti d’estate", per utilizzare la stessa espressione con la quale l’assessore Annalisa Rabitti – tra le altre motivazioni – ha giustificato giorni fa l’inedita e storica chiusura pomeridiana della biblioteca Panizzi. Centocinquanta tra studenti e ragazzi hanno avviato una petizione per chiederne la riapertura. E non sono pochi. Come del resto già aveva evidenziato il Carlino, pubblicando diversi servizi sui malumori per la decisione di ridurre l’orario.

Una raccolta firme che il promotore, il giovane Federico Giugno, ha depositato direttamente in Comune come atto simbolico. I firmatari hanno sottoscritto una lettera inviata per conoscenza all’assessorato alla cultura, al sindaco Luca Vecchi, alla giunta e al Consiglio Comunale.

"Indisposto per la chiusura pomeridiana della Panizzi, consapevole di non essere il solo, ho deciso di scrivere due righe e raccogliere le firme. Le firme, 150, tutte raccolte in una matina nell’arco di poco più di tre ore, penso bastino a mostrare quanto poco la cittadinanza abbia digerito la decisione di quello che è uno dei fiori all’occhiello di Reggio. Nella lettera abbiamo scritto tutte le motivazioni e le rivendicazioni di questa piccola protesta per l’accesso alla cultura. Si noti che non si chiede la mera apertura pomeridiana, ma si chiede l’apertura anche serale, come un tempo si faceva; cosa che la gente apprezzava molto. Sulla cultura e i luoghi di un’autentica socialità, non bisogna risparmiare", spiega Giugno.

"La cultura non starà al suo posto", si intitola la missiva che contiene diverse rimostranze. "La Panizzi chiusa al pomeriggio comporta – si legge – uno studio mattutino frettoloso. E che il pomeriggio si è costretti a vagare tra le biblioteche periferiche aperte, ma chi non ha possibilità di spostarsi è costretto a rimanere a casa. La pandemia ha già evidenziato la mancanza di spazi di studio. E poi l’aspetto sociale: in un’epoca di solitudine cronica, impedire un luogo sociale di aggregazione è uno scempio verso la collettività. Anche noi paghiamo le tasse".

E poi attaccano: "Francamente non vediamo altro motivo se non un maldestro tentativo di risparmio. Ma la cultura non è mai uno spreco. Semmai è uno spreco illogico che la Panizzi, magnificamente restaurata, venga tenuta chiusa metà giornata per ben due mesi".

Nella seconda parte della lettera ecco le richieste: "La biblioteca resti aperta anche al pomeriggio. Possibilmente anche fino a sera tardí, almeno un giomo o due a settimana come avveniva fino a qualche anno fa. Crediamo che gli utenti e il personale della Panizzi, debbano avere voce in capitolo ed essere coinvolti sul servizio. Siamo certi della sensibilità delle istituzioni, convinti che la scelta di chiudere seppur poco ponderata e infelice, sia stato un errore in buona fede. Siamo sicuri di un riscontro positivo e non vediamo l’ora di tornare a frequentare la biblioteca".