"Lasciai la mano nella pressa e sentii le dita staccarsi"

Guidetti, ora imprenditore, fece 227 giorni di degenza in ospedale

di Ylenia Rocco

"E’ bastato un minuto, un momento di eccessiva confidenza con la macchina con cui stavo lavorando a cambiare la mia vita. Ora ho difficoltà ad usare la mano sinistra, ma sono stato fortunato perché anche le più brutte esperienze insegnano. Questo mi ha motivato ad avere un’attenzione importante verso la sicurezza dei miei collaboratori".

A raccontarsi è Claudio Guidetti, noto imprenditore del settore agroalimentare e presidente dell’associazione Crea LiberaMente; organizzatore tra l’altro del dibattito che si svolgerà stasera all’hotel Astoria-Mercure a Reggio e che affronterà il tema ‘Perché in Italia si muore sul lavoro’. L’obiettivo è fornire importanti stimoli alla politica, senza entrare nel campo dei partiti. "In Italia oggi muoiono mediamente 3 persone al giorno. Sono 700mila le persone che hanno subito degli infortuni. Numeri drammatici che necessitano di un tavolo di confronto" commenta Guidetti.

Lui che ha vissuto direttamente un incidente di estrema gravità e poi si è ritrovato dalla parte dell’imprenditore, a dover tutelare la sicurezza dei lavoratori. "Avevo 19 anni quando una sera durante la pulizia di un macchinario, nell’azienda di famiglia dove lavoravo, per una mia negligenza e ai tempi pure per una minore attenzione ai temi della sicurezza, ho avuto un incidente: ho lasciato la mia mano sinistra all’interno di una pressa che spingeva gradualmente. Ho visto e sentito le mie dita staccarsi".

Ci sono voluti 227 giorni di degenza in ospedale e tanti interventi per salvare la mano di Guidetti. "Non ho potuto tenere in braccio mia figlia da piccola perché ci sono voluti tantissimi anni per recuperare sicurezza in una presa forte - continua -. Non voglio che questo succeda ad altri, così sono sempre stato attento alla sicurezza dei miei dipendenti. Ho fatto investimenti significativi, sia in termini di tecnologia e formazione, sia in termini di ‘severità’ nei confronti di chi lavora e di chi esercita i controlli interni. Ho sempre inteso l’azienda come una grande famiglia dove ci si vuole bene e ognuno fa la propria parte affinché nessuno si faccia male e si produca".

Con questa filosofia Guidetti è diventato il noto imprenditore di oggi, proprietario di quattro società: la Mulino Alimentare SpA, la Parma Trade USA Inc., la Cai France Sarl e la Mulino Formaggi SpA, venduta lo scorso anno al Gruppo Granarolo. Un florido gruppo industriale con un fatturato export di oltre 70milioni di euro e 170 collaboratori. "Dopo l’incidente nell’azienda di famiglia mi occupai di altro, ma la nuova mansione non era per me. Mi spostai in un’azienda di Parma, dove entrai come semplice responsabile commerciale fino a diventarne il proprietario".

L’infortunio che ha stravolto la vita di Guidetti, di cui ancora oggi fatica a parlare, gli ha però proiettato una visuale diversa: "L’incidente mi ha aiutato a crescere, ma soprattutto a non sottovalutare mai il tema della sicurezza e della salute. Non è giusto perdere la vita lavorando".