"Le nostre strade, senza lampioni e segnali"

Una nostra lettrice segnala i punti più pericolosi della viabilità in montagna. Il presidente dell’Unione, Volpi: "Non abbiamo le risorse"

Migration

Strade buie e scarsa segnaletica orizzontale su tutte le strade della montagna, dalla statale 63 alle strade provinciali e comunali: a segnalare le carenze e la necessità di una maggiore cura sui punti luce e sulle strisce bianche scomparse, è la nostra lettrice Bruna Baldi.

"Per necessità familiare devo percorrere quasi tutti i giorni la statale 63 e in questo periodo di breve luce solare, avverto un notevole disagio per insufficienza di illuminazione stradale", scrive. "Mi riferisco ai tornanti della Bettola dove l’ultimo lampione è presso il monumento ai caduti, poi buio profondo fino alla galleria del Bocco di Casina".

Altri guai sulle strade provinciali e comunali, tra cui Brancilia e Cigarello, poi Casina al bivio di Ciano e Pecorile, una sola lampadina al Carrobbio e alla Stella poi buio assoluto. Segnala la linea Felina, Gatta, Villa Minozzo, con curve pericolose mai attenuate, anzi contornate da alte siepi, oscurità totale escluse poche luci dei borghi abitati.

"Sarebbe da elencare buona parte della montagna reggiana".

Poi le molte strade mancanti della linea divisoria, un pericolo quando c’è nebbia.

"Voglio ribadire che il traffico Reggio - Castelnovo Monti si è ingigantito negli ultimi anni: tir, autobus di linea e colonne di macchine di lavoratori diretti in città per poi rientrare a sera a casa. Mi preme anche rilevare che il nostro appennino è bellezza unica: Cusna Ventasso, Pietra di Bismantova, e in estate in quanto a frescura ed ossigeno non ha nulla da invidiare al Trentino. Perché non corredare le strade con le opere necessarie per una più felice agibilità?".

Il presidente dell’Unione Comuni d’Appennino (e sindaco di Toano) Vincenzo Volpi non può dare torto alla nostra attenta lettrice.

"La nostra è una rete stradale difficile da mantenere in ordine, – afferma il presidente Volpi – mi riferisco sia alle strade comunali che provinciali. Sono infrastrutture che necessitano di continua manutenzione, ma mancano le risorse. Non riusciamo ad intervenire neppure nei punti segnalati dagli utenti. Le risorse degli enti locali non bastano per tenere in ordine le strade della montagna".

Settimo Baisi