
di Alessandra Codeluppi
Le storie di due donne pakistane, sospese tra la cultura d’origine tradizionalista e la spinta verso una vita più libera, sono emerse ieri da un processo in corso davanti alla corte dei giudici presieduta da Simone Medioli Devoto, a latere Chiara Alberti e Sarah Iusto.
Si ritrova qualche assonanza con il caso di Saman Abbas, la 18enne scomparsa da Novellara: domani, in tribunale, sarà sottoposto a incidente probatorio il fidanzato Ayub Saqib, che lei avrebbe voluto sposare opponendosi alle nozze forzate decise dalla sua famiglia.
Tornando al processo di ieri, una donna, sui trent’anni, è parte offesa: il marito, operaio, è imputato per maltrattamenti e lesioni che sarebbero avvenuti nella loro casa di Gualtieri. Da quanto emerso, la donna aveva dapprima confidato a un’insegnante dei suoi figli le vessazioni, e poi dalla scuola era scattata la segnalazione nell’ottobre 2018 ai servizi sociali, che ieri hanno ricostruito la vicenda attraverso un’operatrice chiamata a testimoniare dal pm Piera Giannusa. La trentenne si era sfogata parlando di una situazione difficile da digerire perché era stata costretta dal marito a una convivenza forzata con un’altra donna, presentata inizialmente come semplice conoscente, ma che in realtà sarebbe stata un’amante. La moglie si era opposta alla poligamia di fatto: aveva preteso di fare uscire l’altra, ma era stata minacciata con un coltello. L’assistente sociale ha riferito che la donna aveva raccontato di aver subito anche altri episodi di maltrattamento. Per lei sarebbe stato peraltro difficile adeguarsi alla tradizione, perché ha frequentato le scuole in Italia ed era diventata peraltro mediatrice culturale. Di fronte alla situazione complicata, lei aveva chiesto aiuto ai parenti, ma incappando in qualche difficoltà. La sorella, infatti, era stata al centro di un matrimonio combinato, fautore il padre, a cui però si è opposta seguendo anche un percorso di sostegno. La trentenne ha raccontato che il padre voleva tenere in piedi il suo matrimonio: "Una donna passa di proprietà dal padre al marito". Lei era sbottata: "E se una donna non acconsente, la uccidete?". Ottenendo per risposta un "sì". Dopo un divieto d’espatrio per i figli minori - poi tolto -, la sospensione delle responsabilità genitoriale (successivamente restituita) e il divieto d’avvicinamento alla famiglia disposti per lui, oltre a incontri protetti tra il padre e i bambini, la donna ha chiesto al tribunale dei minori il reingresso del marito: il riavvicinamento è però durato poco ed è sfociata nella separazione chiesta dal marito. Nel novembre 2019 è emerso poi un nuovo episodio in cui lei, davanti ai figlioletti, sarebbe stata sbattuta contro il porticato di casa: un anziano vicino di casa ha testimoniato ieri di aver visto subito dopo lei e i bambini rifugiarsi nella loro casa in lacrime. Poi lei è partita coi figli per il Pakistan. Gli operatori le avevano fatto sapere che in caso di ricongiungimento i bambini sarebbero stati gestiti dai servizi sociali. La donna, già all’estero, ha detto che sarebbe tornata in Italia solo se i minori non le fossero tolti: dal gennaio 2020 non si hanno più contatti con lei. Il padre, tutelato dagli avvocati Federica Ghesini e Cristiana Barbieri, ha sostenuto di versare soldi alla moglie e di aver ricevuto da lei un messaggio in cui ridimensiona l’accaduto parlando di vendetta per il tradimento.