L’Equipe Emilia Judo. Che fucina di talenti

E’ stata la presentazione di una società entusiasta, quella effettuata dal Panathlon reggiano nei confronti dell’ASD Equipe Emilia Judo, nata soltanto dieci anni fa, ma già con ottimi risultati nella Serie A1 italiana.

Enrico Prandi e il cerimoniere Paolo Panciroli hanno costruito una serata "divertente", perché a parte il racconto della società e la visione di alcuni filmati, alla fine c’è stata una dimostrazione pratica sul tappeto da parte di diversi atleti.

E qualche commensale, compresi il preparatore atletico della società Antonio Tallarita e il mental coach Ciro Di Palma, ha pure potuto buttare a terra judoka di alto livello internazionale… sia pure un po’ troppo consenzienti.

"Abbiamo un centinaio di tesserati – dice il deus ex machina e presidente Andrea Aldini – con atleti che provengono da diversi Paesi, Georgia, Marocco e Albania, professionisti a livello di impegno sportivo con due allenamenti al giorno, ma senza sponsor. Siamo una società sportiva di inclusione e nelle nostre file c’è pure una signora americana di 74 anni, Sally Norddings, che pratica il judo tra gli amatori".

"Sì – dice Sally in ottimo italiano – imparare a cadere mi ha salvato la vita diverse volte, bisogna imparare questa tecnica del judo che può servire ogni giorno".

Il vice presidente della società è il tunisino Massaoud Seghaier, l’atleta più rappresentativo il georgiano Irakli Beroshvili, assente alla serata e alla ricerca di un pass per le olimpiadi di Parigi, che nei giorni scorsi ha ha dominato la scena nella Coppa Europa disputata a Dubrovnik, in Croazia, portando a casa il prestigioso trofeo nella categoria +81.

E poi ancora Luka Japaridze, Ekabbane Abdessamad, Serri Taho, Paolo Taho, Irakli Demetrashvili, Andrea e Simone Pallotta e il maestro Giorgi Samkharauli che molti fa fu campione della allora Uinione Sovietica, un elemento di grandi conoscenze ed esperienze internazionali.

c.l.