Reggio Emilia, Libera: "Serve più rispetto per le interdittive"

L’associazione antimafia interviene sul ’caso Casina’: il sindaco ha difeso il proprio assessore, la cui ditta è stata esclusa dalla White List

L’assessore Tommaso Manfreda, la cui ditta è stata esclusa dalla White List

L’assessore Tommaso Manfreda, la cui ditta è stata esclusa dalla White List

Reggio Emilia, 11 dicembre 2022 - "Serve piena fiducia rispetto all’operato della Prefettura". Libera ’sanziona’ le parole del sindaco di Casina Stefano Costi, che ieri sul Carlino aveva frenato sull’ipotesi di chiedere le dimissioni per il suo assessore ai Lavori Pubblici Tommaso Manfreda, la cui ditta di costruzioni è stata esclusa dalla White List della prefettura. Una precauzione che secondo il primo cittadino è prematura: "Non intendo affatto mettere in discussione ciò che è stato fatto – aveva detto Costi – Ma indubbiamente questa notizia ci ha a dir poco colpiti. Conosco l’assessore da quando è nato: fatico a dubitare di lui. Stamattina (venerdì, ndr) ho fatto un giro in centro a Casina: pure la gente è incredula". Costi si è detto anche stupito per l’interdittiva emessa contro l’azienda di Francesco Falbo a Casina.

Libera chiede "maggiore impegno da parte di politica e società nel contrasto alle mafie e una piena fiducia rispetto all’operato della Prefettura. Facendo seguito alle dichiarazioni delle ultime settimane di alcuni politici, locali e non, in merito alle azioni di natura preventiva attuate dalla Prefettura di Reggio, fra cui, ultime in ordine di tempo, quelle del sindaco di Casina in merito all’esclusione dalla white list dell’azienda del proprio Assessore ai Lavori pubblici, Libera Reggio Emilia intende sottolineare la forza di uno strumento come le interdittive antimafia e la necessità di attuare costantemente controlli e verifiche sulle aziende che hanno rapporti con le Pubbliche Amministrazioni".

L’associazione antimafia ricorda come siano state proprio le interdittive il primo strumento utile che fece emergere il caso Aemilia: "Già diversi anni fa, l’operato del prefetto Antonella De Miro aveva dimostrato quanto il territorio reggiano avesse bisogno di un contrasto forte e preventivo al radicamento economico della ‘Ndrangheta. Necessità confermata poi dalle sentenze del processo Aemilia e degli altri procedimenti, oltre che dalle relazioni della DIA, da diversi report e dalle udienze tutt’ora in corso. È importante ricordare che, secondo i numeri dell’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia, nel biennio pandemico 2020-2021 Reggio Emilia è stata tra le prime quattro province del Centro e Nord Italia per numero di imprese “potenzialmente connesse a contesti di criminalità organizzata” e la stessa Prefettura, sotto la guida della Dottoressa Iolanda Rolli, da luglio 2020 ad oggi ha emesso più di cento interdittive antimafia, senza mai ricevere sospensive in questo senso da parte del Tar o del Consiglio di Stato".

s.m.